Piero Nuti conduce alla scoperta del “De Senectute” di Cicerone

Di il 19 Luglio 2018

 

GENOVA – Prosegue il “Festival in una notte d’estate” di Lunaria Teatro questa sera alle 21.15 in Piazza San Matteo, con lo spettacolo “L’arte di saper invecchiare“, scritto e diretto da Piero Nuti dal “De Senectute” di Cicerone. Con Piero Nuti, Elia Tedesco e Giovanni Gibbin.

 

“Bisogna aggiungere vita agli anni, non anni alla vita”, secondo l’esortazione del neurologo, Premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini. Così Luciano De Crescenzo: “I vecchi che posseggono il senso dell’umorismo hanno diritto al trenta per cento di sconto sull’età” – “La gioventù, la maturità e la vecchiaia sono tre periodi della vita che potremmo ribattezzare “rivoluzione, riflessione, televisione”. Si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali!”.

 

L’attore e regista Piero Nuti, conoscitore e frequentatore del teatro antico ai massimi livelli, è la guida ideale per un percorso teatrale piacevolissimo attraverso “L’arte di saper invecchiare” di Cicerone. Dopo aver affascinato il pubblico con “Processo a un seduttore del medesimo autore”, il “grande vecchio” del teatro ci conquista con questo sorprendente testo del più geniale avvocato di tutti i tempi.

 

L’arte di saper invecchiare illustra le motivazioni che mettono generalmente in cattiva luce la vecchiaia e ne confuta la fondatezza. Cicerone esalta l’importanza delle attività per l’anima e delle “cose grandi” per le quali non è necessaria l’agilità del corpo ma piuttosto l’intelligenza e l’autorità e che si possono compiere anche da anziani come accadde, per esempio, a Sofocle che continuò a scrivere tragedie quali l’Edipo a Colono, o a personalità quali Platone o Pitagora. Il corpo non è una casa, ma un albergo dell’anima. Secondo l’autore, l’anima è immortale, e ne è una prova il fatto che si sanno molte cose già dalla nascita, e nemmeno quando siamo vivi l’anima si vede, dunque può esserci anche dopo…

 

L’intento di Cicerone è lui stesso a illustrarcelo con chiarezza: “Desidero sollevare te, e anche me stesso, di questo peso della vecchiaia. La stesura di questo libro mi è stata così piacevole che, non solo ha spazzato via tutte le angosce della vecchiaia, ma mi ha anche reso la vecchiaia dolce e gradita”.

 


 

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c.s.

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