I sentimenti e la passione di Didone tornano in vita con Maddalena Crippa

Di il 12 Luglio 2018

 

 

GENOVA – Dopo il successo riscosso da Tullio Solenghi, Teatro Pubblico Ligure torna ad Ameglia (La Spezia) domenica 15 luglio con una grande attrice del teatro italiano. Maddalena Crippa alla Necropoli preromana di Cafaggio ripercorre i sentimenti e la passione di Didone (libro IV) in “Eneide, un racconto mediterraneo“, un progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi. Alle ore 20,15 è possibile seguire una visita guidata al sito con gli archeologi di VaraMagra. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti (si consigliano scarpe e abbigliamento comodi). L’iniziativa, promossa da Teatro Pubblico Ligure fa parte del circuito STAR – Sistema Teatri Romani Antichi, è sostenuta da Regione Liguria – Assessorato alla Cultura e dal Comune di Ameglia.

 

Ecco la scheda dello spettacolo:

Didone, regina di Cartagine, si rivolge alla sorella Anna, ammettendo i sentimenti per Enea, che ha riacceso l’antica fiamma d’amore, il solo per cui violerebbe la promessa di fedeltà eterna fatta sulla tomba del marito Sicheo. Anna riesce a persuaderla: la sorella è infatti sola e ancora giovane, non ha prole ed ha troppi nemici intorno. Didone allora immola una giovenca al tempio e riconduce Enea nelle mura. È notte. Giunone allora propone a Venere di combinare tra i due giovani il matrimonio. Venere, che intuisce il disegno di sviare Enea dall’Italia, accetta, pur facendo presente a Giunone la probabile avversità del Fato.
L’indomani stesso, Didone ed Enea partono a caccia ma una tempesta li travolge: si rifugiano così in una spelonca, consacrando il rito imeneo.
La Fama, mostro alato, avverte del connubio Iarba, pretendente respinto di Didone e re dei Getuli, che invoca Giove. Il padre degli dei invia il suo messaggero Mercurio a ricordare a Enea la fama e la gloria che attendono la sua discendenza. Enea allora chiama i suoi compagni, arma la flotta e si appresta a partire. Ma Didone, già informata dalla Fama, corre infuriata da Enea, biasimandolo di aver cercato di ingannarla e ricordandogli del loro amore e della benevolenza con cui l’aveva accolto, rinfacciandogli poi di non avere neppure coronato il loro sentimento con un figlio. Enea, pur riconoscendole i meriti, spiega che non può rimanere, perché è obbligato e continuamente sollecitato dagli dei e dall’ombra del defunto padre Anchise a cercare l’Italia. Ritornato alla flotta, rimane impassibile alla rinnovata richiesta di trattenersi e alle maledizioni di Didone, che è perseguitata dal dolore con continue visioni maligne.
Così, nella notte, mentre la regina escogita il modo e il momento del suicidio per porre fine a tanti affanni, Enea, avvertito in sonno, fugge immediatamente da quella terra. All’aurora, con la vista del porto vuoto, Didone invoca gli dei contro Enea, maledicendolo e augurandogli sventure, persecuzioni e guerra eterna tra i loro popoli. Giunta sulla pira funeraria, si trafigge con la spada di Enea, mentre le ancelle e la sorella invocano disperate il suo nome.
Giunone poi invia Iride a sciogliere la regina dal suo corpo e a recidere il capello biondo della sua vita. Voltandosi indietro dal ponte della sua nave, Enea vede il fumo della pira di Didone e ne comprende chiaramente il significato: tuttavia il richiamo del destino è più forte e la flotta troiana fa vela verso l’Italia.

 

Lo spettacolo è proposto nell’ambito del progetto progetto STAR – Sistema Teatri Romani Antichi, ideato da Teatro Pubblico Ligure e nato in accordo con i Poli Museali Italiani, le Regioni ed il Ministero dei Beni Culturali al fine di promuovere il patrimonio archeologico che si affaccia sul Mediterraneo attraverso spettacoli ed eventi. Il proposito di Sergio Maifredi, direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure, è valorizzare siti come il Castello di Ameglia e la necropoli preromana di Cafaggio attraverso il teatro, proponendo al pubblico un’esperienza in cui passato e presente sono uniti da un ideale ponte culturale.

 

Teatro Pubblico Ligure, da dieci anni, dedica un lavoro specifico al racconto, inteso come rito civile della lettura pubblica.
Il progetto, oltre al Decameron di Boccaccio, comprende Iliade, Odissea, Eneide e un percorso di teatro di comunità ispirato a Italo Calvino, le cui Città invisibili sono poi state sviluppate in Atlante del Gran Kan, scritto da Gian Luca Favetto e Sergio Maifredi per dare voce ai cittadini e alle loro storie.

 


 

Ulteriori informazioni su www.teatropubblicoligure.it

 

c.s.

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