“Grandi coreografi per grandi balletti”, l’evoluzione della danza spiegata da Camponero

Di il 9 Marzo 2018

A nove mesi dalla pubblicazione di “Stelle della danza sotto il cielo di Nervi”, l’autrice racconta il suo nuovo lavoro, dedicato a Lia Musarra, prima ballerina dell’Arena di Verona negli anni Settanta.

 

GENOVA – È uscito il 21 febbraio “Grandi coreografi per grandi balletti”, l’ultimo libro di Francesca Camponero (in foto di copertina), critica di teatro, di danza e storica firma della sezione cultura del Giornale. Edito da Ilmiolibro, l’ultimo lavoro di Camponero è un volume semplice e scorrevole per chi, scegliendo di vedere uno spettacolo di balletto classico, voglia arrivare preparato per poter apprezzare, con consapevolezza, ciò che vede.

 

Francesca, come nasce “Grandi coreografi per grandi balletti”?

La copertina di “Grandi coreografi per grandi balletti”

«L’idea scaturisce dalle innumerevoli conferenze riguardanti i “grandi balletti” che ho tenuto in questi anni nei grandi teatri, Carlo Felice in primis. Sfogliando tutto il materiale di questi incontri illustrativi, mi sono chiesta: perchè non farlo diventare un libro?

 

A chi è rivolto? “Grandi coreografi per grandi balletti” non è dedicato agli addetti ai lavori o agli esperti, ma a chi si approccia alla danza senza averne una conoscenza troppo approfondita. È una lettura molto semplice, lineare, volta ad aiutare lo spettatore a carpire determinati dettagli di uno spettacolo di danza».

 

Il lago dei Cigni, Giselle, Carmen, La bella Addormentata, Coppelia Romeo e Giulietta e Lo Schiaccianoci. Perché si concentra su questi balletti?

«Perché sono balletti narrativi: raccontano una storia. Il fondarsi su una trama scritta ha saputo dare vari spunti ai coreografi, offrendo loro la possibilità di legger a proprio modo la vicenda raccontata. Per esempio, “Swan Lake”, il balletto di Matthew Bourne tratto dal Lago dei Cigni di Čajkovskij (che ha anche ispirato il film Billy Elliot), è stato rivoluzionario: facendo diventare il protagonista un maschio, ha saputo modernizzare il contesto inserendo temi ovviamente assenti nella versione originale. Il mio libro gioca proprio su questo, su come i coreografi abbiano interpretato i questi sette balletti e sull’evoluzione di queste coreografie nella storia».

 

Ha dedicato questo libro a Lia Musarra, prima ballerina dell’Arena di Verona negli anni Settanta. Che rapporto ha con lei?

Francesca Camponero con Lia Musarra a Pegli

«Ho sempre conservato un ricordo gioioso di Lia: frequentammo insieme la scuola di danza di Mario Porcile in via Luccoli, ora rilevata da Angela Galli, altra mia compagna. Lia iniziò con noi, un talento incredibile: qualunque passo le veniva facilissimo. Tante altre fecero poi una gran carriera, ma nessuna aveva la sua naturalezza, sembrava nata sulle punte. È entrata, grazie a Mario, a quindici anni all’Accademia della Scala, dove ha finito gli studi per poi diventare prima ballerina dell’Arena di Verona. Da lì ci siamo un po’ perse, ma recentemente ci siamo incontrate (in occasione della presentazione del mio libro “Stelle della Danza sotto il cielo di Nervi”, ndr), ed è sempre la solita, simpaticissima, ragazza di allora».

 

Ha insegnato anche al Dams. Che ruolo ha l’arte nella cultura e nell’educazione?

«Sicuramente un alto valore: uno spettacolo vincente riesce a emozionare anche chi va a teatro per la prima volta. Purtroppo ora è considerata una “sorella minore” di tutte le altre, e lo si può notare nella chiusura di gran parte dei corpi di ballo. Più che educazione la danza è una propensione: chi sceglie di farlo è perché riesce, attraverso il corpo, a esprimersi in un linguaggio artistico. La danza è nel tuo animo e nel tuo corpo, è un’attitudine che può essere modellata, ma non insegnata».

 

Nuovi libri all’orizzonte?

Francesca Camponero con Maurizio Tamellini

«Il 13 aprile presenterò, nella sede del Conservatorio Paganini di Palazzo Senarega, il libro (uscito a giugno 2017) “Stelle della Danza sotto il cielo di Nervi”, la cui prefazione è di Roberto Iovino, direttore del Conservatorio. Ai tempi del Festival Internazionale del Balletto di Nervi, fu uno dei giornalisti a seguirlo di più. Il prossimo progetto è la biografia di Maurizio Tamellini, storico ballerino della Scala, ora uno dei maestri di danza più gettonati. Più che un racconto della sua vita sarà un “dietro le quinte” dei ballerini: Maurizio è molto divertente, sarà una biografia colorata e colorita».

 

 

“Grandi coreografi per grandi balletti” è acquistabile nelle Feltrinelli (sia in libreria, sia online) e sul sito di Ilmiolibro.

Su Giulio Oglietti

Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.it

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