Il tipico aperitivo genovese: tutti i segreti del Corochinato

Di il 20 Febbraio 2018

Genova – Domani in Villa Sauli Podestà alle ore 15,30 si terrà l’incontro pubblico e gratuito dal titolo “L’aperitivo evergreen della tradizione genovese: Corochinato o drink dell’Asinello”.

 

A Villa Sauli Podestà (via Prà 70) si parla di Corochinato o drink dell’Asinello, con una lezione/degustazione sull’antica ricetta del 1886 e varianti al tema proposte dai docenti e alunni dell’Istituto Nino Bergese dell’indirizzo “servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”. Insieme all’enologo Valter Porro, interverranno Mauro e Tiziana Allara dell’omonima azienda di Prà, titolare del marchio, per offrire una testimonianza sulla produzione del tipico aperitivo genovese e sui metodi della meticolosa lavorazione, svelandone complessità e prospettive sul mercato. Un inedito cocktail sarà preparato dalla scuola per evocare sapori ed emozioni intramontabili della Superba.

 

Limpido alla vista, dal profumo intenso e armonioso con note floreali, balsamiche e speziate di china e liquirizia, questo bianco secco aromatizzato presenta una buona struttura e si offre al palato appena fresco e sapido in bilico tra dolce e amarognolo.

Il suo nome si deve al vino fermo di Coronata che fu usato per primo in infusione con la China, una corteccia di piante arboree nota per le sue virtù digestive.
«Per l’antica medicina il termine “aperitivo”, oggi accostato a una piacevole abitudine, aveva un significato differente seppur non in contraddizione con quello odierno – spiega Maurizio Sentieri, docente di scienza e cultura dell’alimentazione. – Indicava qualunque prodotto, alimento, erba che “apriva” le vie digerenti predisponendo al pasto. I veri aperitivi sono una bevanda tra “cucina e medicina”».

 

Il legame con il territorio si evidenzia nell’etichetta retrò verde chiaro del Corochinato (in foto) in cui è raffigurato un popolano e il suo asinello con le ceste ai fianchi, sullo sfondo il profilo di un paese. L’uomo ricorda “Pacciugo”, il marinaio genovese di ritorno dalla sposa “Pacciuga”, protagonisti di una tra le più struggenti leggende di devozione legate al Santuario della Madonna di Coronata. Sul collo della bottiglia, invece, la lunetta riporta il disegno dell’antico faro di Genova, luce sulla città e le sue storie.
«Negli anni Sessanta il Corochinato era l’aperitivo di gran lusso dei genovesi, come recita l’etichetta – ricorda Angelo Capizzi, preside dell’Istituto Bergese – Oggi questa bevanda ispirata al territorio mantiene l’identità di un prodotto ancora giovane, che si presta come base per diversi cocktail e può valorizzare in chiave turistica il patrimonio locale di gusti e tradizioni».

 

(C.S.)

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