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LA NUOVA STAGIONE A “BRACCETTO” DELLO STABILE E DELL’ARCHIVOLTO

Inaugura oggi “Insieme”, il progetto sinergico tra le due compagnie teatrali genovesi che presenterà al pubblico un ampio cartellone tra Teatro della Corte, Teatro Duse, Teatro Gustavo Modena e la Sala Mercato
di Carolina Beretta
Sessanta titoli e quattro sale diverse contenuti in un unico abbonamento dove poter spaziare tra drammaturgia, classici, teatro civile, commedia, musica, letteratura e danza. E’ INSIEME 17/18, la realtà sinergica tra il Teatro Stabile e il Teatro dell’Archivolto che vuole dare vita in un prossimo futuro ad un unico organismo in grado di trasformare Genova e la Liguria in una capitale del teatro nazionale e internazionale. «Qui comincia l’avventura, speriamo lunga e proficua. Abbiamo presentato un cartellone e pensato al programma» spiega il direttore del Teatro Stabile Angelo Pastore, il quale ricorda anche che «domani si inizierà con la prima nazionale “Fine dell’Europa” di Rafael Spregelburd». Ed è proprio così, un’avventura che vede inoltre «superati i seimila abbonamenti. E’ evidente che il pubblico abbia apprezzato, anche perchè alcuni spettacoli hanno già il tutto esaurito» precisa Pina Rando, direttrice del Teatro dell’Archivolto.

Una scena di “Fine dell’Europa”
Un cartellone ampio, il cui cuore pulsante è rappresentato dagli spettacoli di produzione delle due realtà teatrali genovesi che nel mese di ottobre presenteranno quattro novità. Tra queste vi è la prima nazionale “Fine dell’Europa”, scritta e diretta dal drammaturgo argentino Rafael Spregelburd (in scena dall’11 al 20 ottobre al Teatro Duse) che darà il via alla stagione, per poi proseguire in sequenza con “Il nome della Rosa”, un adattamento del celebre romanzo di Umberto Eco con la regia di Leo Muscato (dal 17 al 29 ottobre al Teatro della Corte). Ma non finisce qui perché si proseguirà con “Spoon River”, il cui regista Giorgio Gallione ha tratto dall’Antologia di Edgar Lee Masters e dal disco di Fabrizio De André “Non al denaro, non all’amore né al cielo” (dal 19 ottobre al 5 novembre al Teatro Gustavo Modena) fino ad arrivare a “L’esecuzione” di Vittorio Franceschi, autore e attore insieme a Laura Curino per la regia di Marco Sciaccaluga (dal 27 ottobre al 5 novembre al Teatro Duse).
LE PRIME QUATTRO PRODUZIONI
La fine dell’Europa
(Dall’11 al 20 ottobre al Teatro Duse)
Una prima nazionale, un “romanzo teatrale”, una fiaba per adulti ironica e provocatoria. E’ questo lo spettacolo che consolida la dimensione internazionale del Teatro Stabile di Genova e da il via alla stagione INSIEME 17/18. «Un progetto che amo tantissimo e che è stato coprodotto dalla Comédie de Caen, il Teatro di Liegi e la Comédie de Reims. L’opera è una commedia, è stato ripreso il mito della fine, un mito nuovo per questa Europa» spiega il drammaturgo argentino Rafael Spregelburd nonché scrittore dell’opera stessa. Lo spettacolo gioca provocatoriamente con otto diversi scenari e mette alla prova l’utilità e la vendetta di otto possibili fini: la fine dei confini, la fine dell’arte, la fine della nobiltà, la fine della storia, la fine della sanità, la fine della realtà, la fine della famiglia e la fine dell’Europa. Tutto questo per cercare di dimostrare umoristicamente il modo in cui ogni discorso apocalittico, dalla Bibbia fino alla politica neoliberale, sfrutti senza innocenza e scrupolo, il terrore per servire gli interessi dominanti. La pièce, della durata di quattro ore e recitata in francese con sovratitoli in italiano, costituita da due capitoli autonomi che andranno in scena l’11, il 13 e il 14 ottobre per il primo capitolo, il 17, 18 e 20 ottobre per il secondo e il 12,15 e 19 ottobre per lo spettacolo integrale. E in occasione della presenza in scena di “Fine dell’Europa”, il Teatro Stabile insieme agli Editori Laterza organizzano un ciclo di lezioni di storia per riflettere su come si è formata l’idea di Europa che si svolgono ogni domenica mattina alle 11 fino al 5 novembre presso il Teatro della Corte.
Il nome della rosa
(Dal 17 al 29 ottobre al Teatro della Corte)

Una scena de “Il nome della rosa”
Il fascino e il mistero del celebre romanzo di Umberto Eco rivivono sulle assi di un palcoscenico grazie alla produzione del Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Torino e Teatro Stabile del Veneto e alla regia di Leo Muscato. Nel Basso Medioevo, in un Monastero Benedettino dell’Italia settentrionale giunge Guglielmo Baskerville, monaco inglese ed ex inquisitore insieme al suo giovane allievo Adso con l’incarico di mediare un incontro tra francescani e gli emissari del papa di Avignone. Proprio durante la permanenza, però, nel monastero vengono uccisi sette monaci e tutti i delitti sembrano ruotare attorno alla biblioteca del monastero che nasconderebbe un misterioso segreto legato al secondo libro della Poetica del filosofo Aristotele. La riproduzione di una delle storie più note verrà raccontata con una lieve leggerezza che possa suscitare qua e là una risata. E il 17 ottobre a partire dalle 19.45 la rappresentazione verrà preceduta nel foyer della Corte da un breve concerto di musica medievale organizzato in collaborazione con il Conservatorio Nicolò Paganini.
Spoon River
(Dal 19 ottobre al 5 novembre al Teatro Gustavo Modena)
Un intreccio tra il linguaggio del teatro danza e le suggestioni letterarie e poetiche. E’ Spoon River, uno spettacolo nato nove anni fa al Teatro Gustavo Modena e che il Teatro dell’Archivolto in collaborazione con DEOS Danse Ensemble Opera Studio ha deciso di produrre con la regia di Giorgio Gallione. L’opera si apre in un paese immaginario dell’America rurale, dove tanti abitanti di Spoon River raccontano la propria storia dopo la morte. Questo fa di loro degli antieroi confessandosi senza minuetti, senza ipocrisie e senza convenzioni sociali su ciò che sono state le proprie meschinità, le proprie utopie e le proprie speranze in vita. «E’ uno dei primissimi esempi di poesia molto secca, senza ridondanze, senza barocchismi che è piaciuto anche molto a De André» spiega il regista Giorgio Gallione. Ed è proprio al concept album di De André “Non al denaro, non all’amore né al cielo” che lo spettacolo è stato ispirato oltre all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. L’opera capovolgerà anche l’abituale prospettiva spaziale, posizionando gli spettatori sul palco e gli attori e i danzatori nella platea del Teatro Modena, svuotata dalle poltroncine e trasformata in un bosco metafisico. Ed è proprio nella platea che si aggireranno le anime dei defunti sepolti in un cimitero in collina, nonché i personaggi creati da Edgar Lee Masters e cantati da Fabrizio De André. La presentazione dello spettacolo con Giorgio Gallione avverrà il 13 ottobre presso la libreria Libro Più (Genova Pontedecimo) alle ore 21 e il 27 ottobre alle ore 18 nella Sala Mercato ci sarà un incontro/aperitivo con lo stesso regista e gli attori Ugo Dighero e Giorgio Scaramuzzo.
L’esecuzione
(Dal 27 ottobre al 5 novembre al Teatro Duse)

Una scena de “L’esecuzione”
Una prigione, due anime che si incontrano nel caos e nell’apocalisse. E’ l’esecuzione, lo spettacolo diretto da Marco Sciaccaluga e tratto dal romanzo di Vittorio Franceschi, nonché attore dell’opera stessa insieme a Laura Curino. La storia racconta di un condannato a morte che trascorre la sua ultima notte in carcere accanto a una sorta di guardiana badante. Già accecato da due punteruole e senza mani per via di un amputazione affronta una notte che è l’inizio di una fine. I due personaggi inizialmente diffidano l’uno dell’altra fino a che non trovano una strana condivisione emotiva che nasce dall’accettazione del caos. «Un grande kaleidoscopio di suggestioni, di sogni, di incubi, di speranze che crollano dentro alla voragine del tempo che divora i protagonisti. Uno spettacolo che ha una selvaggia gioia di vivere proprio perchè la morte è appesa sulla testa dei protagonisti» racconta il regista Marco Sciaccaluga il quale aggiunge inoltre che «la pièce ci ricorda quanto la vita sia una cosa scandalosamente meravigliosa». E venerdì 3 novembre sarà possibile incontrare lo stesso regista insieme a Vittorio Franceschi e Laura Curino alle ore 17.30 nel foyer della Corte.

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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