VIVIAN MAIER, UNA FOTOGRAFA PER VOCAZIONE

Di il 23 Giugno 2017

Dal 23 giugno fino all’8 ottobre Palazzo Ducale ospita presso la Loggia degli Abati (piazza Matteotti 9) una retrospettiva dedicata alla fotografa americana, ma tata di professione, Vivian Maier.

 

Vivian Maier era un nome pressoché sconosciuto fino ad una decina di anni fa. Sarebbe rimasto presente probabilmente solo nel ricordo dei bambini che aveva accudito come tata negli anni Cinquanta e Sessanta, tra Chicago e New York. E invece, grazie ad una fortunata serie di coincidenze, oggi è uno dei nomi più celebrati e amati della fotografia contemporanea.
In mostra oltre 120 fotografie in bianco e nero, una selezione di immagini a colori e alcuni filmati in super8 che mostrano come la Maier si avvicinasse ai suoi soggetti. E’ infatti questo uno dei tratti peculiari della sua fotografia: uno sguardo partecipe e

Vivian Maier,September 10th, 1955, New York

distaccato al tempo stesso, a volte discreto, altre volte dissacrante. Un approccio sensibile e curioso, attento ai dettagli, alle imperfezioni, capace di documentare il reale restando nell’ombra. Era un’autodidatta, e le sue fotografie non sono mai state esposte né pubblicate mentre era in vita, la maggior parte dei rullini non sono mai stati sviluppati. Oggi proprio quelle fotografie costituiscono il racconto di un’epoca, un ritratto (non in posa) dell’America del dopoguerra. I soggetti sono bambini, anziani, lavoratori, donne: persone che Vivian Maier incontrava per la strada e immortalava con la sua inseparabile Rolleiflex, sapendo restare nascosta pur stando in mezzo alla gente.
Ciò che affascina maggiormente della sua storia è la scelta di tenere per sé le sue fotografie, di non mostrarle né condividerle con gli altri. Era un’artista continuamente all’opera, ma soltanto raramente sviluppava i suoi negativi, essendo forse più interessata all’atto stesso della fotografia che non al suo prodotto, tantomeno al commercio. Come se già solo il fare fotografia bastasse, o meglio, bastasse a lei stessa.
Nel 2007 John Maloof, allora agente immobiliare, ritrovò i migliaia di negativi della Maier stipati dentro scatoloni confiscati e messi in vendita all’asta. Da allora non smetterà di cercare materiale sulla misteriosa fotografa, arrivando ad archiviare oltre 15.000 negativi e 3.000 stampe.
La mostra di Palazzo Ducale offre l’occasione di conoscere una parte di questo immenso archivio, lasciando ammirare l’enigma di una donna misteriosa, tata di mestiere e fotografa per vocazione.

 

La vicinanza con la mostra Elliot Erwitt, allestita negli spazi del Sottoporticato di Palazzo Ducale, offre la possibilità di fare un interessante confronto tra due sguardi sull’America, uno maschile, l’altro femminile.

Biglietto congiunto con la mostra Elliot Erwitt. KOLOR:
intero 15 euro
ridotto 12 euro
cumulativo speciale scuole e giovani fino ai 18 anni 5 euro

Orario
da martedì a domenica 10/19; lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima.

 

Biglietto
Open € 12,00
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00

Hanno diritto al biglietto ridotto di 8 euro: Touring Club Italiano, Arci, FeltrinelliCard, Abbonati Teatro Carlo Felice, Abbonati Teatro Stabile di Genova, Amici dei Musei e di Palazzo Ducale, Teatro della Tosse Card, Card dei Musei di Genova, Possessori del biglietto di ingresso ai Musei di Strada Nuova, Dipendenti IREN con accompagnatore, possessori cartoline sconto alberghi genovesi, abbonati annuali AMT, Soci Fondazione Ansaldo, Partecipanti Grandi Convegni muniti di badge nominativo, possessori biglietto mostra Modigliani, disabili, insegnanti, giovani dai 19 fino a 27 anni compiuti con documento e/o tesserino universitario, gruppi da 15 a 25 persone

Ridotto speciale € 3,00 per scuole e minori di 18 anni
Ridotto speciale ogni venerdì € 5,00 per giovani dai 19 ai 27 anni; ridotto tesserati CUS, tutti i giorni feriali dalle 14.00
Gratuito per minori di 6 anni, accompagnatori di persone disabili, membri ICOM, giornalisti accreditati dall’ufficio stampa, guide turistiche, due insegnanti per scolaresca, 1 accompagnatore per gruppo di adulti

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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