Consulta comunale contro l’azzardo: «No alla proroga dei termini all’esercizio del gioco»

Di il 10 Marzo 2017

-GENOVA- La Consulta comunale contro l’azzardo, in accordo con il coordinamento regionale Mettiamoci in gioco, hanno espresso assoluta contrarietà alla risoluzione della Regione a prorogare  i termini di autorizzazione all’esercizio del gioco d’azzardo.

 

«Non è accettabile motivare questa decisione dicendo che la proroga consentirebbe di sostenere i commercianti che subiranno un danno economico, a seguito della forzata rinuncia all’attività legata all’azzardo – spiega la presidente della Consulta e consigliera comunale Clizia Nicolella – Non si può ignorare che il guadagno del gioco vada a scapito di soggetti, spesso molto giovani o già disagiati, che possono essere precipitati in una spirale di disagio relazionaleeconomico e sociale ed esposti a meccanismi di criminalità e usura. L’ipotesi di una moratoria sulle autorizzazioni all’azzardo è in contraddizione con lo spirito della legge regionale 17/2012 e rende inefficace il regolamento comunale sulle sale da gioco e giochi leciti, ma soprattutto  irride all’attività degli operatori sanitari e dei molti soggetti associativi che da anni si adoperano  in difesa della salute dei cittadini, del decoro e della legalità sul territorio, della qualità del tessuto commerciale».

 

«Il gioco d’azzardo è la terza industria del nostro Paese per volume d’affari che, anziché creare benessere, sottrae 90 miliardi l’anno all’economia corrente.», – prosegue il comunicato della Consulta -, e «Un corretto sostegno alle imprese commerciali passa dalla creazione di occasione di sviluppo economico con investimenti sulle dinamiche del commercio, sulla qualità del tessuto socio-sanitario, sulla garanzia di legalità».

 

«Proponiamo alla Regione di concentrarsi  su queste istanze – conclude Nicolella – convocando a un tavolo il Comune, le associazioni di categoria e i soggetti sanitari e “no slot”,  per la gestione dell’applicazione del regolamento, mantenendo inalterati i termini di applicazione della legge, ma ipotizzando, per il periodo di svolgimento dei lavori, una moratoria sulla comminazione delle sanzioni, come previsto dalla stessa legge».

 

(C.S.)

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