WHALESAFE: AL VIA IL PROTOCOLLO PER LA SALVAGUARDIA DEI CAPODOGLI

Di il 4 Luglio 2016

image1 (005)Posizionati due sonar nell’area antistante il Porto di Savona per favorire la conservazione della specie. Obiettivo: identificare le minacce e prevenire collisioni mediante l’emissione di messaggi di avviso alle navi presenti nella zona
Di Francesca Catrambone

Un complesso sistema di boe al largo del Porto di Savona per rilevare e monitorare i capodogli. Ruota attorno a questo punto il progetto Whalesafe, il protocollo di salvaguardia e conservazione della specie cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Life+, che vede protagoniste Università degli Studi di Genova, con i Dipartimenti di Fisica e di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita, Costa Edutainment, Direzione Marittima di Genova, Capitaneria di Porto di Savona e Softeco Sismat.
Il sistema è composto da 4 boe, sistemate a tre miglia dall’isola di Bergeggi: due boe di superficie e due idrofoni detti “orecchie elettroniche” a 60 metri di profondità. Questi strumenti sono in grado di rilevare i suoni emessi dai capodogli a una distanza di circa 5 miglia e prevenire collisioni mediante l’emissione di messaggi di avviso, in tempo reale, alle navi presenti nella zona.
Il sistema sarà ben visibile sia di giorno che di notte e data la presenza di delicate strumentazioni scientifiche meritano la massima attenzione da parte di tutta l’utenza impegnata a navigare in quell’area.

Un ruolo fondamentale sarà poi ricoperto dalla Capitaneria del Porto di Savona che comunicherà alle navi la posizione dei cetacei (si è stimato un margine d’azione di 45 minuti). In questo modo sarà possibile evitare collisioni che, in questa zona di grande traffico commerciale, risultano spesso frequenti. «E’ proprio quando l’animale emerge che è stanco, stressato, inerme e quindi soggetto al rischio di essere urtato da qualche imbarcazione – spiega Mauro Taiuti del Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova -. L’8% dei capodogli avvistati nel Mar Ligure presenta segni di collisione».

Oltre al sistema di monitoraggio e segnalazione, è stato sviluppato un protocollo di condotta per ridurre i rischi di disturbo e di collisione. «Uno degli scopi del protocollo è di suggerire ai capitani delle navi alcune regole per interfacciarsi in modo sicuro con l’animale – aggiunge -. Come mantenere una certa distanza quando è in superficie e moderare la velocità per evitare di causare al cetaceo inquinamento acustico».

A questo scopo in capitaneria è stato installato un sistema che rileva la posizione del cetaceo e il luogo probabile della sua emersione. Questo risultato si interfaccia con il segnale che proviene dalle boe acustiche rilevando quindi quale nave potrebbe entrare in collisione con il capodoglio.

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