DAI DEPOSITI AI PIANI NOBILI: PALAZZO ROSSO SI ARRICCHISCE DI NUOVE OPERE

Di il 11 Dicembre 2015

Grazie al contributo dello Studio Legale Rubini, che ne ha sovvenzionato il restauro, apre oggi la nuova sezione “Mecenati di ieri e di oggi”. In mostra opere del Tavella, Betti, Corte, Calvi e ignoti veneti e francesi.

Di Chiara Gaddi

Sono tornati a splendere dopo oltre settant’anni i diciassette dipinti donati dalla famiglia Brignole-Sala al Comune di Genova nel 1874. Le tele, custodite fino ad oggi nel deposito di Palazzo Rosso a causa di un cattivo stato di conservazione, sono andate a fare parte della mostra “Mecenati di ieri e di oggi” e della collezione permanente della galleria, dove saranno visibili a partire da oggi. L’annessione è stata resa possibile grazie al generoso contributo dello Studio Legale Rubini, che ha permesso il restauro di due splendidi Paesaggi di Carlo Antonio Tavella, nonchè dei ritratti di Ridolfo Brignole Sale e di sua moglie Pellina Lomellini, eseguiti a pastello dal fiorentino Sigismondo Betti.Carlo Antonio Tavella_Paesaggio lacustre Insieme a queste, anche tele del genovese Cesare Corte, Lazzaro Calvi e ignoti veneziani, veneti e francesi: «L’intenzione è stata quella di completare il percorso museale fino al 1700 e di creare una sorta di “deposito aperto”, restituendo alla cittadinanza le opere che fino ad oggi non era opportuno tenere in esposizione per ragioni conservative – ha spiegato Piero Boccardo, direttore di Palazzo Rosso – Tutto questo ci ha anche permesso di verificare l’effettiva qualità delle opere e di rivalutare alcune attribuzioni». Esemplare la vicenda della tela raffigurante S. Giovanni Battista e ritenuta opera di un artista orbitante intorno alla bottega di Leonardo Da Vinci. La ripulitura ha invece rivelato un disegno sottostante raffigurante la Vergine risalente al primo Cinquecento e attribuito l’opera a un falsario ignoto.
Attraverso l’intervento di restauro, eseguito da Franca Carboni, le pitture hanno ritrovato la splendida luce originaria, ripulite da vernici ossidate e ridipinture. «E’ soprattutto grazie al lavoro del Comune di ricerca costante di opere di mecenatismo e filantropia che abbiamo la possibilità di restituire al pubblico queste opere d’arte – ha commentato l’assessore alla Cultura Carla Sibilla – la nostra è una missione non solo di conservazione ma anche e soprattutto di divulgazione, che ricalca lo stesso tipo di mecenatismo della famiglia Brignole-Sala nel 1800».
Le opere andranno a far parte della collezione permanente della galleria, occupando le sale del secondo piano nobile che fino a questo momento avevo ospitato l’arredo parigino della Duchessa di Galliera Maria Brignole-Sala e che il prossimo anno torneranno visibili all’ultimo piano del palazzo, in una nuova veste restaurata.

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