IL SUQ FESTIVAL – TEATRO DEL DIALOGO TORNA AL PORTO ANTICO DAL 12 AL 22 GIUGNO

Di il 23 Aprile 2025

Il tema di quest’anno è Destini in movimento, che inaugura il progetto triennale 2025/27 presentato al Ministero della Cultura che dal 2014 sostiene il Suq Festival

GENOVA – Il 27° Suq Festival – Teatro del Dialogo si svolgerà dal 12 al 22 giugno 2025 al Porto Antico di Genova e in altri luoghi della città, con uno spettacolo il 27 giugno al Museo Preistorico dei Balzi Rossi di Ventimiglia. Il tema è Destini in movimento, che inaugura il progetto triennale 2025/27 presentato al Ministero della Cultura che dal 2014 sostiene il Suq Festival. Per l’edizione 2025 confermati sia il Patrocinio di UNESCO Commissione Nazionale Italiana che quello del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Il Festival è stato tra i primi Festival in Italia a diventare #plasticfree e a porre in primo piano le tematiche ambientali con le iniziative di EcoSuq.

Multisensoriale e partecipato, festival di teatro e spazio scenico esteso, dove “confondersi con gli altri” è “fare umanità” (cit. Marco Aime), riconosciuto come best practice per il dialogo tra culture dalla Commissione Europea, è premiato da grande popolarità: oltre 75.000 le presenze nel 2024.

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito a parte gli spettacoli teatrali.

IL TEATRO

In attesa del calendario completo, fitto di appuntamenti che spaziano da incontri a workshop, da showcooking a presentazioni di libri, viene annunciata la rassegna teatrale, che è il cuore del Festival. Il focus ricade su tematiche femminili, movimenti migratori, ambiente, per proposte artistiche che in molti casi partono da spunti autobiografici. Sono 11 titoli di cui 3 prime nazionali: “Il mare nel cassetto. In viaggio con Franco Battiato” di e con Silvia Boschero, “Poemi focomelici” con Daniele Timpano e la nuova produzione della Compagnia Suq “Nel nome una storia. Di adozioni felici, segreti e speranze”

Il 12 giugno alle 21.30 è prevista sul palco di Piazza delle Feste, un’anteprima teatrale a bazar chiuso, Mi chiamo Omar, performance di teatro e cucina il cui ricavato sarà devoluto a sostegno dell’emergenza umanitaria a Gaza. Protagonisti saranno Omar Souleiman, attore e cuoco d’origine palestinese, che vive a Napoli, e Samer Harb, musicista, rifugiato siriano, residente a Genova. La rappresentazione sarà preceduta da un appello alla pace da parte di Assopace Palestina e del Laboratorio Ebraico Antirazzista. Il 14 giugno alle 21.30 va in scena KARAOKE FEMMINISTA di Monica Nappo, in scena con Silvia Gallerano, una produzione Teatro di Dioniso nata per analizzare come la musica pop abbia forgiato l’identità delle donne, in un excursus che parte dagli anni ’70 e arriva alla trap. Si canta come nel karaoke, tra ironia e sfida agli stereotipi.

Il 15 giugno alle 16 si prosegue con THIORO. UN CAPPUCCETTO ROSSO SENEGALESE con Fallou Diop e Adama Gueye, una produzione Teatro delle Albe – Ravenna Teatro, Accademia Perduta – Romagna Teatro, Kër Théâtre Mandiaye Ndiaye (sarà in replica anche alle 10.30 del 16). Lo spettacolo nasce in Senegal e reinterpreta la celebre fiaba europea attraverso l’immaginario africano: qui non c’è il bosco, ma la savana; non il lupo, ma Buky la iena. Attraverso un intreccio di lingue, strumenti e ritmi, il pubblico vive un viaggio immersivo nell’Africa nera, tra tradizione orale e nuove contaminazioni. Domenica 15 giugno alle 21.30, all’Isola delle Chiatte – altro spazio teatrale del Festival – Saverio La Ruina è in scena con il pluripremiato ITALIANESI, su una storia italiana dimenticata. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania, dove si è insediata la dittatura. Molti di loro rimangono per quarant’anni internati nei campi di prigionia, in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia. Prodotto da Scena Verticale.

Il 16 giugno alle 19.30, alle Chiatte, Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich sono i giovani protagonisti di STRADA MAESTRA, una riflessione su come l’uomo interagisce con la natura. Insieme, hanno viaggiato tra Emilia Romagna, Umbria, Puglia, Lombardia, Piemonte e Toscana, incontrando contadini, apicoltori, pescatori, guide escursionistiche per imparare dal presente e immaginare una strada verso un futuro in equilibrio con l’ambiente. Prima nazionale il 16 giugno alle 21.30, sul Palco di Piazza delle Feste, per IL MARE NEL CASSETTO. IN VIAGGIO CON FRANCO BATTIATO di e con Silvia Boschero, in scena con Anaïs Drago al violino ed elettronica e Giua alla voce, alla chitarra e al basso. Una produzione Nidodiragno/Soc. Cooperativa C.M.C., dedicata alla musica e alla poetica di Franco Battiato a partire da “Chi sono io?”, immancabile domanda esistenziale che l’autore di Centro di gravità permanente si è posto a 8 anni, definendo l’inizio della propria ricerca.

Il 17 giugno, alle 21.30 Antonella Questa, Valentina Melis e Lisa Galantini portano in scena STAI ZITTA!, dall’omonimo libro di Michela Murgia, uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso dal linguaggio. Verrà ospitato alla Sala Trionfo del Teatro della Tosse ed è prodotto da Gli Scarti Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, LaQ-Prod e Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano con il sostegno di Armunia. Il 18 giugno, all’Isola delle Chiatte, si parla di immigrazione e speranza in ABDOULAYE E MAMADOU NON SONO MORTI, con Abdoulaye Ba, Siaka Conde, Dario Villa, la danzatrice Bintou Ouattara e la cantante Camilla Barbarito. Lo spettacolo ha inizio dal momento in cui Abdoulaye, giovane senegalese in fuga da Dakar si trova su un gommone alla deriva nel Mar Mediterraneo in cerca di un futuro migliore in Europa. Produzione Teatro Periferico di Cassano Valcuvia.

Il 19 giugno, alle 21.30, sempre all’Isola delle Chiatte, prima nazionale di POEMI FOCOMELICI, con i versi, la gesticolazione e la voce di Daniele Timpano, un’autobiografia in versi, quel che resta del mezzo secolo di vita del suo autore e di oltre quarant’anni di scrittura compulsiva. Produzione Gli Scarti Centro di Produzione Teatrale di Innovazione, Kataklisma Teatro. Venerdì 20 giugno, il teatro entra alla Chiesa di San Pietro in Banchi, e va in scena PICCOLO CANTO DI RESURREZIONE di e con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Barbara Menegardo, Ilaria Pezzera e Swewa Schneider, cinque donne per descrivere la Loba, una vecchia, figura ancestrale di donna selvatica fa da confine e tramite tra ciò che è vivo e ciò che è morto, tra ciò che è desueto e ciò che anela alla Resurrezione. Produzione Compagnia Piccolo Canto, I Teatri del Sacro, Associazione Musicali Si Cresce.

La Rassegna ispirata al Teatro del Dialogo si conclude a Genova il 21 e 22 giugno, alla Chiesa di San Pietro in Banchi, con il nuovo spettacolo di Suq Genova Festival e Teatro, presentato in prima nazionale NEL NOME UNA STORIA – Di adozioni felici, segreti e speranze, ispirato al libro Ti racconto com’ero di Emilia Marasco (Il Canneto). Lo interpretano Irene Lamponi e Carla Peirolero per la regia di Enrico Campanati. Scorrono in parallelo due storie vere, quella di una bambina arrivata in anni recenti dall’Etiopia, a 5 anni, lasciando un paese in povertà e in guerra, per trovare in Italia una madre, un padre, un fratello, una casa. E quella di Maria, una bambina abbandonata in un brefotrofio di Savona, nel 1925, che viene adottata da una famiglia di contadini, ma non riuscirà mai ad acquisirne il cognome e a scuola sarà sempre la figlia di N.N. Il racconto di due donne, la madre di Zenebech e la figlia di Maria (in scena e nella realtà Carla Peirolero), abbraccia altre storie, anche quelle vicine a noi, di minori di origine straniera che nell’affido e nell’adozione possono trovare un riscatto e un approdo.

La rassegna il 27 giugno si conclude al Museo Preistorico dei Balzi Rossi di Ventimiglia con OGNI LUOGO È UN DOVE di e con Marco Aime, antropologo, in scena con Eleni Molos al canto e Massimo Germini alla chitarra e al canto. Un viaggio nello spazio per raccontare quanta strada calpestano gli uomini per attraversare cieli, muri, deserti e mari, per affermare il proprio diritto e il desiderio di vita; in un luogo simbolico, alla frontiera con Francia, dove ogni giorno migranti tentano di attraversare un confine, spesso a rischio della vita.

Intorno e sugli stessi temi del teatro, il programma completo del 27° Suq Festival comprende incontri, musica, danze, incontri, workshop, bazar dei popoli, cucine dal mondo, buone pratiche di EcoSuq. Vera calamita e attrazione del Festival è l’offerta delle tante gastronomie: al Suq si può gustare la cucina senegalese, indiana, peruviana, messicana, vegana, siriana, araba, nordeuropea, mediorientale, sud est asiatica, tunisina. Programma completo in aggiornamento day by day su www.suqgenova.it

SUQ GENOVA FESTIVAL E TEATRO Impresa sociale ETS

Il Suq di Genova è un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere, un nuovo modo di pensare il teatro e le sue funzioni (Dal libro Le voci del Suq Altreconomia)

Dal 1999 l’esperienza del Suq rappresenta un’eccellenza in campo interculturale grazie a una coerente ricerca artistica che si sviluppa soprattutto in ambito teatrale. Suq è una parola araba che significa mercato, quindi luogo di convergenza e di scambio; per incontrare, riconoscersi nell’Altro è indispensabile conoscerne la loro cultura, le tradizioni, assaggiare cibi diversi e condividere emozioni intorno a un tavolo, insieme. Questa è l’idea che ha ispirato le fondatrici Carla Peirolero e Valentina Arcuri nel 1999. La scenografia di Luca Antonucci riproduce un grande bazar dei popoli, con al centro il palcoscenico per gli eventi e tutto intorno spazi per artigianato dal mondo, cucine dal mondo, progetti solidali.

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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