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“D’ORO. IL SESTO SENSO PARTIGIANO” DEBUTTA ALL’IVO CHIESA IL 25 APRILE ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il Teatro Nazionale di Genova celebra l’Ottantesimo Anniversario della Liberazione con le storie e testimonianze degli uomini e delle donne che hanno fatto la Resistenza, cambiando la storia. Atteso a Genova Sergio Mattarella
GENOVA- Genova è città medaglia d’oro per la Resistenza e il Teatro Nazionale di Genova celebra l’Ottantesimo Anniversario della Liberazione con un progetto speciale ideato da Davide Livermore, che culmina nello spettacolo D’oro. Il sesto senso partigiano, regia di Giorgina Pi che ne ha curato anche la drammaturgia, a partire dal lavoro di Gad Lerner e Laura Gnocchi confluito nel libro Noi Partigiani (Feltrinelli, 2022) e, poi, nel portale diventato una sorta di Memoriale della Resistenza. Dal 15 aprile è nelle librerie, Dimmi cos’è il Fascismo. I ragazzi di ieri lo raccontano a quelli di oggi (UP_Feltrinelli, 2025) a cura di Gad Lerner e Laura Gnocchi con le illustrazioni di Piero Macola.
Una storia, quella della Resistenza di Genova, che sarà per sempre D’Oro.
Unico caso in Europa, in cui un intero contingente militare tedesco, al comando del generale Gunther Meinhold, si arrese alle forze della Resistenza, senza alcun intervento bellico alleato.
L’atto di resa – firmato a Villa Migone alle 19,30 del 25 Aprile 1945 – dal generale Günther Meinhold, davanti all’operaio Remo Scappini, Presidente del CNL Liguria, imponeva che le truppe tedesche consegnassero le armi nelle mani dei partigiani ponendo fine all’assedio di Genova.
Il progetto D’oro. Il sesto senso partigiano – articolato come un sentiero di memoria viva – ha abitato vari luoghi della città, rivolgendosi con priorità alle scuole e all’ università, per raccontare, nutrire, trasmettere e rendere indelebile quel messaggio di unione e resistenza antifascista al di là di ogni schieramento o ideologia.
Il percorso parallelo di incontri costruito come tappe di avvicinamento alla giornata dell’Ottantesimo anniversario è iniziato lo scorso 10 marzo e ha registrato numeri importanti in termini di partecipazione e attenzione confermando che, oggi come ottant’anni fa, i progetti arditi nascono da comunità miste e giovani per creare e custodire azioni e storie.
Il comitato d’Onore
A sostegno e guida del progetto è stato creato appositamente un comitato d’onore composto da figure di prestigio e chiara fama: la senatrice a vita della Repubblica Italiana Liliana Segre, il costituzionalista Augusto Antonio Barbera, il Presidente dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, il Presidente dell’Istituto Parri Paolo Corsini, e lo storico Giovanni De Luna.
Dichiarazione di Davide Livermore – direttore del Teatro Nazionale di Genova
La Resistenza fu lo scatto ribelle di un popolo oppresso,
teso alla conquista della sua libertà
[Aldo Moro, dal discorso tenuto a Bari il 21 dicembre 1975, in occasione del Trentennale della Liberazione]
«Il 25 aprile è la Festa della nostra democrazia. Celebrare gli Ottant’anni dalla Liberazione dal nazi-fascismo deve essere fonte inesauribile di ispirazione e forza morale e, soprattutto, poterlo celebrare in teatro ci offre la possibilità di raccontare e confermare il senso di comunità che il teatro rappresenta da sempre.
Torno alle parole di Aldo Moro di Cinquanta anni fa, perché vorrei che in tutti noi cittadini e anche in ogni politico si manifestasse quotidianamente l’impegno che si celebra il 25 aprile come lotta a tutti i fascismi, a tutte le discriminazioni, disuguaglianze, forme di oppressione.
Con questo progetto, fondamentale per il Teatro Nazionale d Genova vogliamo dare nuovo slancio, e richiamare alla memoria l’importanza dell’atto che ha generato la nostra Repubblica e la Costituzione. Una “chiamata alle arti” la nostra, rivolta ai cittadini e cittadine di Genova, perché desideriamo ricordare quello che è il nostro background di cui dobbiamo far tesoro sempre.
Un tesoro dorato come la Medaglia d’Oro alla Resistenza che questa città ha guadagnato grazie al fatto di sentirsi comunità, di essere insieme comunisti, cattolici, monarchici, repubblicani, liberali … Per questa ragione è inconcepibile che questa giornata sia divisiva».
Lo spunto iniziale
D’oro. Il sesto senso partigiano si sviluppa sulla scia dell’importante lavoro di ricerca di Gad Lerner e Laura Gnocchi, iniziato nel 2019 e confluito in una sorta di romanzo “collettivo” Noi Partigiani (Feltrinelli, 2022) e, poi, nel portale on line che raccoglie le testimonianze di uomini e donne, oggi quasi centenari. I partigiani giovanissimi di Ottant’anni fa, che – “con un atto di responsabilità e bellezza” – hanno cambiato il corso della storia, dando vita alla Resistenza e combattendo il nazifascismo. Ragazzi e ragazze poco più che adolescenti, che lasciarono le proprie case per abbracciare l’attività clandestina anche all’insaputa delle proprie famiglie
«Le centinaia di volti di partigiane e partigiani che compongono le tessere del mosaico di questo Memoriale della Resistenza italiana, rappresentano un insieme di storie di vita raccontate in tarda età dai diretti interessati, allora giovanissimi. Ciascuno di loro, nella grande varietà delle estrazioni sociali e degli orientamenti culturali, testimonia una scelta di libertà compiuta rivoltandosi contro il regime fascista e l’invasore tedesco – sottolineano Gnocchi e Lerner – Il nostro obiettivo è stato quello di raccogliere il massimo numero di testimonianze dei protagonisti della Resistenza, comprese le molte rilasciate in precedenza e disseminate in vari archivi.
Chiunque abbia dato il suo contributo, piccolo o grande, alla lotta di Liberazione nei venti terribili mesi che vanno dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, merita di essere ricordato con riconoscenza da chi ha avuto la fortuna di nascere in un Paese che trova nella Costituzione Repubblicana, per sua natura antifascista, le basi della convivenza democratica. Come tale viene messo a disposizione di tutta la cittadinanza, dei ricercatori storici, ma in special modo dei giovani chiamati a confrontarsi con le scelte di chi, alla loro età, seppe fare la cosa giusta».
Lo spettacolo D’oro. Il sesto senso partigiano
Il 25, 26 e 27 aprile il Teatro Ivo Chiesa risuonerà di voci e presenze che prenderanno vita e saranno testimonianza viva, Ottanta anni dopo la Liberazione della città di Genova, in uno spettacolo in cui Giorgina Pi, artista residente del teatro Nazionale di Genova, cura la drammaturgia e la regia.
In scena quattro interpreti, due attrici e due attori di grande passione, molto cari alla regista: Monica Demuru, Valentino Mannias (premio Ubu 2024 – miglior attore\performer under 35; protagonista del Roberto Zucco di Koltés andato in scena a inizio stagione con la regia di Giorgina Pi), Francesco Patanè e Aurora Peres. Insieme agli attori un giovane “coro” composto da Silvia Filza, Pietro Muzzini, Mouhamed Ndiay, Khadija Seye, ragazzi e ragazze, che hanno risposto alla call \ chiamata pubblica in cui si chiedeva simbolicamente, “chi sono per te i nuovi e le nuove partigianƏ”.
«In un ideale passaggio di testimone – leggiamo dalle prime note di Giorgina Pi al lavoro di creazione – gli attori e le attrici raccoglieranno la luminosa memoria dei partigiani e delle partigiane, facendo rivivere sul palco la forza e la bellezza delle loro parole, per condividere quel sogno di libertà e fratellanza che ha contribuito a fare l’Italia. Una sorta di atto psicomagico o una forma di reincarnazione possibile e necessaria rispetto alle loro singole storie personali.
D’oro. Il sesto senso partigiano prende forma come un sogno di un gruppo di ragazzi e ragazze che si domandano cos’è stata la Resistenza. In un sogno incontrano partigiani e partigiane (Mirella Alloisio, Mario Ghiglione, Aldo Tortorella, Gianna Radiconcini, Mario Candotto, Ivonne Trebbi, Gustavo Ottolenghi, Luciana Romoli, Paolo Orlandini) fino a diventarlo loro stessi/e.
Le storie di quegli uomini e donne, raccolte nel libro di Gad Lerner e Laura Gnocchi, si mescolano allo studio delle videointerviste di quegli stessi partigiani/e (contenuti nel sito dell’Anpi) e a invenzioni e immaginazioni. Questo doppio binario di racconto, letterario e video, è la base del testo e lo spunto di lavoro per attori e attrici che ad esso mischiano il loro stesso sogno di incarnare un/a ribelle che ha liberato l’Italia dal nazifascismo.
Più che mai, in questo viaggio che è per me D’Oro. Il sesto senso partigiano metto come punto fermo la “necessità della disobbedienza”, per tornare alle illuminanti parole del professor Giovanni De Luna. Il mio fare teatro è sempre stato un modo di stare nel mondo, inteso come un modo molto libero di fare politica. Il mio modo per ricongiungere, finalmente, poesia e politica. Una presa di parola immaginifica e scevra da qualunque tipo di condizionamento. Dunque, di prendere parola come persona che crede nell’arte come forma, anche, di disobbedienza. E, quel “sesto senso” dei giovani partigiani e partigiane di 80 anni fa è un istinto poetico e disobbediente, che si reincarna in forma di sogno e cuce insieme i materiali storici per farli diventare teatro e arte.
Avremmo voluto venti ore per raccontare le storie di quei venti mesi! Per la drammaturgia dello spettacolo ne ho scelte nove e creato una tessitura narrativa che parte dall’immaginare che degli adolescenti di oggi, della stessa età dei partigiani di allora, possano incontrare i ribelli della Resistenza in sogno. Un incoraggiamento a queste persone più giovani a combattere per i propri diritti e a disobbedire alle norme delle nuove dittature. Una parte del racconto è frutto del lavoro di riprese fatte sulle montagne liguri».
In scena gli attori: Monica Demuru (Gianna Radiconcini; Luciana Romoli); Valentino Mannias (Gustavo Ottolenghi; Aldo Tortorella); Francesco Patanè (Mario Candotto; Mario Ghiglione); Aurora Peres (Mirella Alloisio; Ivonne Trebbi); i giovani attori-nuove partigianƏ – Silvia Filza, Pietro Muzzini, Mouhamed Ndiay, Khadija Seye – incarnano le parole di Paolo Orlandini.
La replica pomeridiana del 25 aprile, alla presenza del Presidente della Repubblica – Sergio Mattarella – sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3, main media partner del progetto.
Le incursioni partigiane
Il 22, 23, 24 aprile cittadini e cittadine di ogni età “giovani, meno giovani, e diversamente giovani” e gli allievi della Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale daranno il loro personale contributo all’interno delle incursioni partigiane a cura di Mercedes Martini componendo una sorta di “mosaico umano” per restituire, tasselli di racconti concreti del nostro Paese.
«Un coro è comunità che si riconosce negli stessi valori, che ha medesimi obiettivi, che costruisce e ha cura dei suoi componenti. Un coro ha voce. Dice. Canta, anche… – leggiamo dalle note di Mercedes Martini – Un coro è voci all’unisono, sono braccia incrociate per l’altro, sono mani che si sostengono con la voglia di condividere i valori che ci ha lasciato la Resistenza, primo fra tutti la nostra preziosa Costituzione. I Principi che la compongono diventeranno i nostri corpi in azione.
Le incursioni partigiane saranno composte da un coro cittadino che ha provato per alcuni pomeriggi e serate. Ci siamo riuniti all’antica, condividendo canti, storie, riflessioni, letture, gesti. E li portiamo per strada, in mezzo alla gente, raggiungendo il ponente e il levante cittadino, spiagge, stazioni, corsi lungo il mare, parchi, rotonde, biblioteche, piazze, strade del centro. Ci fermeremo ad onorare le targhe in via XX Settembre, in Piazza Pertini, in Piazza Rossetti. Quante volte ci passiamo davanti senza rivolgere un pensiero a chi ci ha regalato la nostra libertà? Per festeggiarla.
I giovani partigiani che hanno risposto alla nostra chiamata insieme agli allievi della nostra scuola, tutti motivati dal rispetto per la Memoria di chi ha fondato la nostra democrazia rischiando e perdendo la vita, agiranno queste possibili scelte. La Costituzione è anche poesia, scelta sudata delle parole. E dove c’è qualcuno a dire con il cuore ci auguriamo ci sia qualcun altro ad ascoltare, e magari ad unirsi a noi, ad intervenire alla celebrazione e al ricordo di questi ottant’anni di Liberazione, di nuova vita. E’ una promessa che non finisce. Viva il 25 aprile, viva la Resistenza!»
D’oro. Il sesto senso partigiano si riconnette in continuità ideale con il G8 project ideato da Davide Livermore nel 2021 (a 20 anni dal G8 di Genova)a cui, sia Giorgina Pi che Mercedes Martini, avevano preso parte insieme ai drammaturghi, registi e registe dei nove testi internazionali e spettacoli che componevano il progetto.
D’oro. Il sesto senso partigiano fa parte delle celebrazioni nazionali che si svolgeranno in tutta Italia sotto l’egida dell’ANPI per l’Ottantesimo Anniversario del 25 aprile.
L’80° Anniversario della Liberazione coincide anche con gli 80 anni di Coop Liguria, da trent’anni al fianco del Teatro Nazionale di Genova e importante partner di questo progetto speciale.
* la replica di sabato 26 aprile, alle ore 18, è riservata a Coop Liguria.
D’oro. Il sesto senso partigiano è patrocinato da ANPI, Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Università Studi di Genova, Ufficio Scolastico Regionale Genova, Conservatorio “Niccolò Paganini”.
Il progetto si avvale della collaborazione di ILSREC – Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea “Raimondo Ricci”, Fondazione per la cultura Palazzo Ducale Genova, la Feltrinelli, Acquario di Genova, Teatro Necessario.
D’oro. Il sesto senso partigiano – Teatro Ivo Chiesa – da venerdì 25 a domenica 27 aprile:
venerdì ore 20.30; domenica ore 18 * la replica del 26 aprile alle 18, è riservata a Coop Liguria.
La sera del 25 aprile, alla fine dello spettacolo, un appuntamento speciale per il ciclo 30 minuti con: Giorgina Pi, lo storico Giovanni De Luna, Gad Lerner e Laura Gnocchi saranno in dialogo con il pubblico.
Info e biglietti telefono 010 5342 720; e-mail teatro@teatronazionalegenova.it
biglietti.teatronazionalegenova.it

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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