Il mikado di Mirandolina: applausi per “La Locandiera” di Carlo Goldoni

Di il 29 Novembre 2024

di Francesca Lituania 

GENOVA – Lo Sciangai è un gioco di intelligenza, pazienza e abilità: ne “La Locandiera”, produzione del Teatro Stabile dell’Umbria, andata in scena ieri sera al Teatro Ivo Chiesa, diventa un complemento che accompagna la trama della commedia Goldoniana.

Sono tre i giocatori che intervengono nella partita di seduzione, le cui regole sono dettate da Mirandolina (Sonia Bergamasco), che non partecipa alla sfida, ne è l’arbitro, il Cavaliere di Ripafratta (Ludovico Fededegni) gioca prima solo, poi entrando in contesa con gli altri pretendenti (il Marchese di Forlimpopoli – Giovanni Franzoni e il Conte d’Albafiorita – Francesco Manetti) al cuore della locandiera, in un ritmo sempre più serrato dove i bastoncini infine diventano spada.

Il regista Antonio Latella e la dramturg Linda Dalisi ridanno onore al vero significato di questa commedia che nell’intento di Goldoni non era una semplice messa in scena dell’ars amandi: egli stesso dice nell’incipit del testo teatrale “Fra tutte le Commedie da me sinora composte starei per dire essere questa la più morale, la più utile, la più istruttiva”. Nella rappresentazione dell’Ivo Chiesa vengono sottolineati alcuni punti chiave della riforma della commedia dell’arte che rende Goldoni fondamentale per il teatro italiano e la sua opera moderna ancora oggi, come il realismo delle scene quotidiane descritte con un linguaggio popolano: “Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne”, dice Mirandolina, la caratterizzazione dei personaggi a cui letteralmente viene tolta “la maschera”, studiandone la psicologia e definendone i ruoli in una società in cambiamento, sottolineati, in questa edizione, dai costumi di Graziella Pepe.

Il Conte è il nuovo arricchito, abbina tute con giacche chiassose, il Marchese alterna maglioni e scarponcini da montagna con abiti classici, la vecchia aristocrazia decaduta, il Cavaliere sprezzante e iracondo indossa infradito, un maglione e un cappotto senza forma. Poi abbiamo Mirandolina, che mette e toglie le scarpe con il tacco a seconda che debba ammaliare o razionalizzare gli eventi, svincolata dalla rappresentazione civettuola.

Grazie all’interpretazione magistrale di Sonia Bergamasco, Mirandolina è una donna forte e fragile, astuta commerciante, indipendente e a tratti cattiva, come Goldoni l’aveva concepita: quando il gioco le sfugge di mano, rapida trova la soluzione, si mette di spalle alla platea, osserva con noi l’esito del gioco e alla fine sceglie con calcolo di sposare Fabrizio-Annibale Pavoni, il “moralizzatore” del nostro autore, quel Goldoni democratico prima della democrazia, come diceva Antonio Gramsci, educatore prima di Rousseau, riformatore del teatro italiano, attuale dopo 271 anni con la sua Locandiera, come dimostrano gli applausi di questa edizione davvero riuscita.

La locandiera è in scena al Teatro Ivo Chiesa dal 28 novembre al 1° dicembre: sabato,alle 19:30; venerdì alle 20:30; domenica alle 16

Info e biglietti

telefono 010 5342 720; e-mail teatro@teatronazionalegenova.itbiglietti.teatronazionalegenova.it

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