IL CUORE DI GENOVA BATTE DI IMPRENDITORIA FEMMINILE: STORIE DI DONNE CHE TRASFORMANO PASSIONI IN IMPRESE. LA SECONDA PUNTATA

Di il 18 Novembre 2024

Il reportage. Nei pressi della principale via dello shopping, numerosi locali guidati da imprenditrici arricchiscono l’offerta cittadina. Goa Magazine ha scoperto altre quattro attività: Cavalier Marino in Porta Soprana, Hemera, Artefatto e BioTigullio 5 Terre

di Alessia Spinola

GENOVA – Che a Genova l’imprenditoria è donna l’abbiamo capito già dalla prima puntata del reportage dedicato alle attività genovesi interamente al femminile. Oggi andremo alla scoperta di altre quattro realtà locali in rosa, sempre nel perimetro che va da Porta Soprana e passa per via di Ravecca, tutte animate dalla creatività e dalla determinazione di donne che hanno saputo trasformare le loro idee in imprese di successo.

Il capoluogo ligure sta assumendo un volto sempre più rosa, grazie a un numero crescente di attività nuove e consolidate guidate con successo da donne. Il filo conduttore che lega queste realtà è il desiderio di costruire uno spazio personale e indipendente, un luogo dove poter esprimere appieno la propria creatività e trasformare passioni in professioni, lontano dai vincoli di lavori poco appaganti o tradizionali. Nel Centro Storico, in particolare, si respira un’atmosfera unica: tra piazze e vicoli si alternano laboratori di artigianato, atelier artistici e spazi dedicati al buon cibo, tutti nati dalla visione e dalla determinazione di donne imprenditrici. Non si tratta solo di attività commerciali, ma di veri e propri progetti che valorizzano le eccellenze locali e rafforzano il tessuto sociale, facendo di Genova un modello di riferimento per l’imprenditoria femminile.

Un aspetto comune a molte di queste iniziative è il ritorno all’interazione diretta con il pubblico, un bisogno emerso con forza dopo la pandemia. Molti progetti, nati inizialmente come e-commerce, si sono trasformati in punti vendita fisici, dove le artigiane possono condividere con i clienti la storia dietro ogni creazione, mostrando il lavoro e la passione che le animano. Questi negozi non sono solo luoghi di acquisto, ma spazi di incontro e scambio che raccontano un nuovo volto della città, dinamico, creativo e profondamente umano.

Di seguito le altre quattro attività al femminile scoperte da Goa Magazine:

CAVALIER MARINO IN PORTA SOPRANA

Gestito da Sabrina Abbaneo insieme a Manuela Biagini e con uno staff quasi interamente al femminile, Cavalier Marino in Porta Soprana promette di portare un po’ di Liguria nel piatto. Come suggerisce il nome, il locale si trova proprio a due passi da Porta Soprana ed è caratterizzato da uno stile vintage-onirico e da un arredamento che rimanda alla famosa fiaba di Alice nel paese delle meraviglie. Caffetteria, pausa pranzo, merende e aperitivi: Cavalier Marino è la sede ideale per passare del tempo in compagnia, fare incontri di lavoro, tenere eventi culturali o festeggiare avvenimenti importanti come lauree o compleanni. Il locale propone una vasta scelta di pietanze tipiche genovesi, con un menù in costante evoluzione che ogni giorno vede piatti diversi. L’arredamento del locale è stato curato da due interior designers. A completare il tutto un accogliente dehor contornato da fiori dove godersi le giornate di sole.

«Tre anni fa si è presentata una bella occasione: c’era questo locale, il Cavalier Marino in Porta Soprana, che era stato lasciato libero a causa del COVID-19 e allora abbiamo pensato di rilevarlo e di aprire questa attività. – ci racconta Manuela, aggiungendo – Con Sabrina abbiamo svolto questo percorso sempre d’accordo e all’unisono. Le difficoltà ci sono state, soprattutto dal punto di vista burocratico, però supportati dalla famiglia abbiamo intrapreso questa attività di cui siamo molto orgogliose».

Abbiamo chiesto a Manuela se, secondo lei, Genova è una città che aiuta le imprenditrici e ci ha risposto così: «Direi di sì, perché due anni fa abbiamo valutato dei bandi di concorso promossi dalla Regione e da FILSE proprio per l’imprenditoria femminile che ci ha aiutato soprattutto nel settore dei social, potendo così fare delle campagne».

A seguito delle diverse chiusure che stanno avvenendo recentemente nel Centro Storico, l’auspicio di Manuela è che ci sia un ricambio generale con l’apertura di nuove realtà: «Da quanto sto vedendo c’è il fiorire di nuove attività proprio nel Centro Storico, e ciò vuol dire che c’è un ricambio genrazionale e la voglia di portare alla luce un patrimonio storico meraviglioso. Genova è una città da valorizzare e quindi consiglio ai ragazzi che hanno un’idea bella, buona e forte di investire nel Centro Storico».

HEMERA

Girando l’angolo di via di Porta Soprana e addentrandosi per via di Ravecca, è impossibile non soffermarsi davanti ad Hemera, il laboratorio di ceramica di Aline Bozzo che incanta il Centro Storico dal 2022. Hemera è il sogno diventato realtà di Aline e al suo interno si possono trovare soprattutto oggetti d’utilizzo come tazze, tazzine, piatti, ciotole e vasi molto particolari, sempre seguendo l’andamento delle stagioni. Da Hemera quindi non si trova mai lo stesso oggetto, a parte alcuni che sono dei veri e propri must, come il piccolo piattino con una o più casette dentro che, grazie alla sua forte componente simbolica, continua ad essere amato e regalato in diverse occasioni.

Per Aline il rapporto tra l’artigiano e la gente è un fattore molto importante che ovviamente non può essere trovato nelle attività di e-commerce ed è per questo motivo che la sua speranza è proprio quella che arrivino da parte delle istituzioni aiuti che facilitino l’apertura di locali in cui l’artigiano può dare libero sfogo e mostrare al pubblico il suo lavoro: «Le persone amano tantissimo l’artigianato ed è una cosa che mi ha stupito e che continua a rendermi felice perché è una cosa bellissima. Io sono riuscita ad aprire grazie al bonus caruggi che per me e per tantissimi altri artigiani è stata una grande occasione perché abbiamo avuto un aiuto con l’affitto nei primi anni di attività che è stato formidabile. Tantissimi artigiani non riescono mai a superare l’ostacolo dell’aprire un’attività proprio perché i costi sono proibitivi e questa possibilità ha dato a tanti di loro il coraggio di dire “Ci provo, lo faccio”».

«Il Centro Storico ad un certo punto aveva raggiunto un periodo davvero brutto, mentre adesso lo vedo riqualificato con certe zone molto più belle e io spero che continuino ad arrivare aiuti per questo tipo di realtà perché davvero fanno rivivere il quartiere e fanno casa», aggiunge Aline.

ARTEFATTO

A Genova, nel cuore del Centro Storico (via di Ravecca 45R), è nato “Artefatto“, uno spazio in cui è possibile trovare in vendita mobili di design e manufatti artistici come quadri, bijoux e accessori, il tutto realizzato a mano e con amore da Chicca (Cristina Cordara), Giò (Giovanna Comandè) e Giusy (Giusy Chiolo). Si tratta di una nuova apertura che ha inaugurato il 30 ottobre. A gestirlo sono tre amiche, tre spiriti affini, tre creative, tre amanti dell’arte e tre divulgatrici di bellezza. Cristina, meglio conosciuta come Chicca di @le_amiche_di_chicca_bijoux , realizza bijoux in resina di alta qualità e dal design contemporaneo. Giovanna, smessi i panni dell’avvocato, è una una pittrice con fantasia da vendere, mentre Giusy trasforma mobili, oggetti e quadri in pezzi di design, dallo stile contemporaneo e dal deciso contrasto cromatico.

Quando alle tre imprenditrici viene chiesto se il loro essere donne le ha in qualche modo ostacolate nel loro percorso imprenditoriale, rispondono così: «Difficoltà non ne abbiamo trovate, anche perché questo mestiere è un po’ tipicamente femminile, quindi non c’è stata una sorpresa così eclatante da parte della gente».

Se nelle precedenti due attività si ha avuta un’opinione positiva rispetto Genova e l’imprenditoria, qua la situazione è diversa: «Genova, in generale, non aiuta l’imprenditoria, essere donne non è stato né un vantaggio né uno svantaggio. È una città un pochino provinciale, che ha delle difficoltà nate anche dalla logistica e con problemi legati al territorio e alla sicurezza su di esso. Alcune strade e alcuni piccoli quartieri del Centro Storico sono stati abbandonati a se stessi, via San Luca è un esempio lampante, per contro noi e tanti altri abbiamo avuto il coraggio di ricominciare e di iniziare da zero. Sarebbe bello se piano piano Genova si trasformasse in tante vie di Ravecca».

BIOTIGULLIO 5 TERRE

Concludiamo il cerchio così come lo abbiamo iniziato: con il cibo. Sempre in via di Ravecca, è situato un gioiello della gastronomia ligure: BioTigullio 5 Terre, gestito dalla ventenne Gaia Amantini con l’aiuto della sua famiglia. Si tratta di una bottega la cui idea è nata da un progetto scolastico e al cui interno si possono trovare principalmente prodotti di tipo alimentare, soprattutto del territorio della Liguria di Levante, come birra artigianale, vino, cereali, pasta, farina, liquori e, tra le tantissime altre cose, cosmetica.

«Nel 2020 con una mia compagna dovevamo fare un progetto scolastico e ho avuto un’idea che è stata poi elaborata in famiglia. Noi abbiamo lasciato la Riviera Ligure (Zoagli) per andare in Val Graveglia, che è una valle magnifica dove ci sono un sacco di attività e azienda agricole. Quando le abbiamo scoperte ci siamo chiesti “Perché non possiamo raccontarle cercando di valorizzare il nostro territorio?”, quindi abbiamo cominciato ad andare in giro e a raccontarle tramite delle interviste che venivano pubblicate sul nostro sito. Dopodiché abbiamo creato un e-commerce che è poi diventato fisico con l’apertura della bottega in via di Ravecca», racconta Gaia, sottolineando che, secondo lei «c’è ancora tanto lavoro da fare da parte del Comune e della Regione. Secondo me dovrebbero aiutare noi che cerchiamo di valorizzare il territorio e di portare alla luce le nostre tradizioni, la nsotra storia e la nostra cultura».

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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