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Al MIMIT si celebra Amedeo Peter Giannini a 120 anni dalla nascita della sua Bank of Italy
ROMA – Ieri giovedì 17 ottobre si è svolta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma la presentazione per i 120 anni dalla nascita della Bank of Italy di Amadeo Peter Giannini. Il bancario e filantropo di origini genovesi è oggetto di valorizzazione e celebrazione in una serie di eventi che continueranno fino a marzo 2025 a cura di Centro Studi Amadeo Peter Giannini.
La storia di Amadeo Peter Giannini mette in evidenza come i nostri connazionali siano stati visionari ed abbiano dato slancio alle idee di sviluppo delle idee di tanti migranti che, in America, hanno realizzato il proprio sogno. Il Centro Studi Amadeo Peter Giannini è nato durante il periodo del Covid per favorire la ripresa dell’industria creativa, attraverso la “Vision” gianniniana, del “saper vedere oltre”.
La resilienza di Amadeo Peter Giannini rappresenta un esempio per i giovani e per le imprese
Amadeo Peter Giannini, fondò a San Francisco la Bank of Italy il 17 ottobre del 1904; i depositi il primo giorno ammontarono a 8.780 dollari.
Fu il primo a servirsi della pubblicità ed il primo a finanziare la vendita a rate delle automobili, ma soprattutto il primo a concepire la banca come un bene di largo consumo, un servizio per tutti, e non soltanto per ricchi. È considerato l’inventore delle moderne pratiche bancarie; fu il primo ad offrire servizi bancari, non solo alle classi alte, ma anche alla classe media. Egli ha inoltre fondato la Transamerica Corporation.
La prima difficoltà da affrontare fu il terremoto di San Francisco del 1906, ma proprio il terremoto aiutò A.P. Giannini a farsi strada nel monopolio dei prestiti: quando il terremoto e l’incendio distrussero in tre giorni 50.000 abitazioni private, oltre agli uffici, agli alberghi ed agli edifici pubblici, Giannini, che faceva il banchiere da soli 4 anni e la cui clientela era formata da umili artigiani e commercianti di origine italiana, che non trovavano credito in nessun’altra banca, allestì un tavolo in mezzo alla folla dei sinistrati, ci mise sopra il cartello Banca d’Italia: aperto ai clienti, ed incominciò ad offrire soldi per la ricostruzione con la celebre frase “Si prestano soldi come prima, più di prima”.
Il terremoto di San Francisco gli offrì quindi l’occasione di estendere anche al di fuori della colonia italiana la sua fiducia nel lavoro della gente semplice, nel dinamismo della vita economica americana e nella funzione di stimolo della banca. Il suo coraggio fu premiato: gran parte della ricostruzione di San Francisco fu finanziata attraverso i suoi sportelli. Dal 1916 aprì altre filiali: da San Francisco la sua attività si allargò a poco a poco a tutta la California, specie sotto forma di finanziamento dei piccoli agricoltori, in gran parte di origine italiana. Successivamente, superati gli ostacoli anche legali che i concorrenti e le autorità locali opponevano alla sua penetrazione, ottenne la fiducia dei grandi uomini di affari e si espanse anche nel resto degli Stati Uniti.
Nel 1919 fondò la Banca d’America e d’Italia, succursale italiana della Bank of Italy. Nel 1927 cambiò il nome della Bank of Italy in Bank of America: il banchiere degli umili era ormai diventato il banchiere di tutti. Nel 1928 Giannini si avvicinò a Orra E. Monnette, presidente della Bank of America di Los Angeles per la fusione dei due istituti finanziari. Riuscì a convincerlo e perciò si formò il primo grosso gruppo bancario della California. Nel 1945 la Bank of America superò per entità di depositi la First National City Bank e la Chase Manhattan Bank, le due più grosse banche di New York, e diventò la prima banca del mondo, (ruolo ricoperto con alti e bassi e riconquistato nel giorno in cui Lehman Brothers dichiarò bancarotta, il 15 settembre 2008, con l’acquisto di Merrill Lynch per cinquanta miliardi di dollari). Sempre nel 1945 creò la Giannini Family Foundation con lo scopo di promuovere la ricerca medica.
A.P. Giannini credeva nel “genio umano” e nell’industria creativa.
A.P. Giannini e la sua banca in California hanno aiutato in maniera determinante le industrie cinematografiche e del vino a consolidarsi. Giannini finanziò i primi film di Walt Disney, Charlie Chaplin e Frank Capra, autori con cui strinse un forte legame di amicizia.
Tra le altre attività, finanziò la costruzione del Golden Gate Bridge, credendo nell’idea visionaria dell’Ingegnere Joseph Strauss.
Nel periodo bellico Amadeo Giannini incaricò il figlio Mario di occuparsi degli italiani confinati nei campi di concentramento e di adoperarsi al fine di evitare l’internamento di altri italo-americani. Subito dopo la fine della guerra volle che la banca partecipasse in prima persona alla ricostruzione dell’Italia accordandosi con Arthur Schlesinger, responsabile della gestione del Piano Marshall, per accelerare l’invio degli aiuti; visitando l’Italia aiutò con dei prestiti le più importanti industrie italiane.
Durante l’incontro è stata presentata in anteprima, la video intervista di Donna Elettra Marconi e del Principe Guglielmo Giovanelli Marconi, figlia e nipote del grande inventore e Premio Nobel Guglielmo Marconi.
Come dimostra la video intervista, le famiglie Giannini e Marconi si conoscevano e si frequentavano, dimostrando che gli italiani, grazie a grandi uomini come ad esempio: Fiorello La Guardia, Enrico Caruso, e naturalmente, Guglielmo Marconi e Amadeo Peter Giannini, avevano sdoganato la fama negativa degli italiani in America per dar vita ad un nuovo slancio in tutti i settori dell’economia americana e non solo.Alla presentazione organizzata all’interno della Sala degli Arazzi del MIMIT, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, hanno portato il loro contributo in merito alla figura di Amadeo Peter Giannini: Alessandro Cavo, Vice-Presidente con funzioni di Vicario della Camera di Commercio di Genova, Guglielmo Giovanelli Marconi, Roberto Stabile Responsabile Internazionalizzazione di Cinecittà e Paolo Masini e la Presidente del Centro Studi Amadeo Peter Giannini Cristina Bolla.
C.S.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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