“I RACCONTI DI MUGUGNO IN VAL SARVÆEGA”, IL NUOVO LIBRO DI MARCO RINALDI: «UNA PIACEVOLE NOSTALGIA»

Di il 9 Ottobre 2024

Il volume è in arrivo il 13 ottobre e comprende una raccolta di brani ricchi di spunti comici, elementi di suspense e misteri irrisolti. Previsto anche un tour di presentazione in Liguria

di Alessia Spinola

GENOVA – Un’affascinante finestra su un mondo che sembra lontano nel tempo e nello spazio, ma che vive a pochi passi da noi, tra le colline dell’entroterra ligure: è questo quello che si propone di fare “I racconti di Mugugno in Val Servæga”, ultimo libro di Marco Rinaldi in uscita il 13 ottobre. Si tratta di una raccolta di brani che prendono spunto dai divertenti verbali del Consiglio comunale di Mugugno in Val Servæga, attraverso una serie di storie coinvolgenti e ricche di spunti comici.

Il centro della vita sociale di Mugugno è Piazza Garibaldi, con la sua caratteristica vasca che contiene una misteriosa acqua freddissima. Qui si intrecciano le storie dei mugugnini, tra cui spiccano il sanguigno sindaco Peo Pertuso, il parroco motociclista don Mascone, l’assessore Matteo Scarpini, la corpulenta impiegata delle poste e suo fratello farmacista e tanti altri affascinanti personaggi che popolano le pagine
del libro, tra cui il cinghiale residente Arturo. Ma non è solo la vita quotidiana a tenere occupati gli abitanti di Mugugno: all’interno dei racconti emergono misteri irrisolti, storie e personaggi del passato, che aggiungono intriganti elementi di suspense e divertimento, portando il lettore a credere che Mugugno esista davvero.

In occasione dell’uscita del libro è previsto un tour di presentazione in cui non mancheranno momenti di spettacolo. Si parte domenica 16 ottobre alle 16 a S. Pietro D’Olbia (SV), per prseguire poi il 16 ottobre alle 18 a Riolo Terme (RA), il 19 ottobre alle 11 in Via Vaglio a Bogliasco (GE) e alle ore 17 presso la biblioteca E. Firpo a Serra Riccò (GE). Lunedì 21 ottobre sarà invece il turno di Albissola Marina (SV) alle ore 17. Si passa poi il 22 ottobre alle 17 presso la Biblioteca F.lli Rossetti a Vado Ligure (SV), il 24 ottobre allre ore 17 appuntamento alla biblioteca Bruschi Sartori a Sestri Ponente (GE), il 25 ottobre alle 17 presso l’Associazione Satura Piazza Stella (Via Canneto il Curto, Genova). Gran finale il 9 novembre alle 17.30 presso il Museo Sommariva ad Albenga (SV).

Goa Magazine ha intervistato Marco Rinaldi per scorpire com’è nata l’idea del libro, se ci saranno altri progetti legati all’universo di Mugugno e tante altre curiosità.

Com’è nata l’idea di scrivere “I racconti di Mugugno in Val Servæga”?

È un’idea che avevo in mente da tanto tempo. Come tutte le idee, ci mettono un po’ prima di delinearsi. Poi è nata la collaborazione con Radio Babboleo, a cui fornisco da un anno a questa parte, e vanno in onda una volta alla settimana, dei file audio con la diretta del Consiglio comunale di Mugugno in Val Servæga: sono molto divertenti e il pubblico l’ha apprezzato, allora ho cominciato a tenere i testi di queste riunioni e da lì, piano piano, ho cominciato a scrivere i caratteri dei vari personaggi, a descriverli, arrivando poi a creare delle situazioni, dei racconti e delle storie che partono dalla fondazione di questo paese e valle immaginaria che però ricorda tantissimo tutti i paesi dell’entroterra che i genovesi di solito frequentano. I genovesi hanno un’anima marinara, ma in realtà sono molto legati al territorio dell’entroterra e quindi ho cominciato a scrivere il libro e mi sono divertito a continuare. È venuto un libro spesso, sono quasi 300 pagine.

Ci può raccontare di cosa tratta il libro?

Il libro è composto con tanti racconti che riguardano sia i personaggi che le vicende particolari accaduti a Mugugno in varie epoche, quindi si parla della fondazione (addirittura si parla di Annibale che è passato da lì con gli elefanti) per arrivare ai giorni nostri. Poi ci sono anche tanti estratti ufficiali del Consiglio Comunale di Mugugno, per cui il lettore avrà modo di divertirsi sia conoscendo i personaggi che diventeranno poi familiari, sia con questi verbali che sono particolarmente comici.

Qual è stato il processo di scrittura del libro?

Il processo è stato che mi sono innamorato di un posto immaginario, ho cominciato a vedermelo in testa, a vedermi i personaggi, a farli interagire tra di loro e alla fine mi ci sono trovato dentro. Francamente, mi sembra di averci vissuto a Mugugno adesso. Mi fa piacere che alcune persone che hanno letto dei racconti ormai sono diventate anche loro cittadini onorari di Mugugno. La cosa ancora più bella è che ho creato un gruppo su Facebook dove ci sono quasi mille iscritti e nonostante non abbiano ancora letto il libro, molti interagiscono su questa pagina scrivendo dei loro ricordi, per esempio, e citando i personaggi del libro: vuol dire che sono riuscito a creare nell’immaginario, per adesso, anche se è un collettivo piuttosto ridotto, un qualcosa a cui la gente si è già affezionata. Spero che dopo aver letto il libro diventeranno ancora di più cittadini orari della Val Servæga.

Quanta immaginazione e quanta realtà ci sono all’interno del libro?

Come al solito, quando si fa un libro di fantasia, in verità vai a pescare nei ricordi, perché io da quando sono bambino frequento un paese dell’entroterra e quindi molte cose riguardano proprio quel paese, però quest’estate quando ho fatto il mio tour di spettacoli alcuni conoscevano già la pagina e i racconti che faccio su Radio Babboleo e molti mi chiedevano se mi ero ispirato al loro paese, perché evidentemente poi i personaggi tipici li trovi un po’ dappertutto. Questo credo che possa essere un fattore che contribuirà a fare molto immedesimare il lettore se almeno una volta è stato in un paese dell’entroterra.

Quanto della cultura e delle tradizioni liguri è presente nei racconti e in che modo ha voluto farle emergere?

È presente tanto perché poi attingendo un po’ a quelli che sono i miei ricordi mi rendo conto che la cultura ligure fa molto parte dell’entroterra. Io dico sempre che i paesi dell’entroterra sono delle piccole Genova, dove le caratteristiche tipiche del genovese vengono fuori in modo più prepotente, quindi anche magari la poca accoglienza e la diffidenza nei confronti del foresto forse sono ancora più spiccate in un piccolo paese.

Quindi avremo anche i foresti?

I foresti sì, perché poi c’è il paese di rimpetto a Mugugno che è sempre in Val Servæga e che si chiama Refiuso, dove ci sono meno residenti ma tanti villeggianti e soprattutto sono tutti milanesi, bergamati, molto snob. Quindi le due anime, quella di Mugugno, molto ruspante e molto dell’entroterra, e quella di Refiuso si scontrano e questi scontri poi vengono fuori soprattutto nei tornei di calcio estivo o nelle varie sagre che racconto nel libro. 

Quale crede sia il messaggio principale che i lettori porteranno con sé dopo aver letto “Benvenuti a Mugugno in Val Servæga “?

Il messaggio di una piacevole nostalgia, perché io continuo a pensare che i paesi dell’entroterra Ligure siano una risorsa clamorosamente poco sfruttata e spero che leggendo questo libro e divertendosi il pubblico possa un po’ ricordare delle belle estati passate nell’entroterra e riprendere a frequentarle con maggior frequenza. Credo sarebbe doveroso.

Da cosa è dettata la scelta di fare una raccolta di racconti e non un romanzo?

L’ispirazione mi è venuta creando questi verbali dei consigli comunali ai quali ho aggiunto un racconto, quindi sono avanti racconto dopo racconto. L’idea per il futuro prossimo è quella di fare qualcosa di più corposo, magari non un romanzo intero ma racconti ben più lunghi, quindi un po’ diverso, anche se in verità il libro lo si legge come un romanzo perché poi i racconti sono un po’ collegati l’uno con l’altro, anche se possono vivere poi separatamente. 

Quindi ci saranno altri progetti legati all’universo di Mugugno in Val Servæga?

Assolutamente sì, non mi fermo qui. Intanto, a capodanno, debutto al Teatro Garage con lo spettacolo “Benvenuti a Mugugno in Val Servæga”, dove ci saranno dei racconti e delle poesie, parlando però appunto di Mugugno. Il secondo libro che è già in testa, in cantiere, avrà bisogno dell’aiuto anche di coloro che diventeranno Mugugnini dopo aver letto il libro. Sarà un libro double-fast, con due parti: una parte di racconti corposi, quindi non racconti brevi di due o tre pagine come sono quelli del primo libro, e una parte in cui vorrei che ci fossero le testimonianze dei Mugugnini d’adozione.

Quanto si intreccia, se lo fa, il libro con i suoi spettacoli teatrali? 

Si intreccia così e spero che sarà una cosa piacevole. Utilizzerò anche dei video e delle voci fuoricampo e spero proprio che chi verrà apprezzerà lo spettacolo anche se non ha letto il libro, se ha letto il libro è ancora meglio perché ci sono alcuni personaggi che già sono diventati iconici. Per esempio, c’è il prete di Mugugno, Don Mascone, che ha una bella storia dietro, poi c’è il sindaco Pio Pertuso, il cinghiale Arturo che è diventato un po’ la mascotte residente del paese. Ci sono quindi dei personaggi che sono già diventati familiari e mi è piaciuto anche dare dei nomi ad alcuni personaggi di amici o di frequentatori della pagina e magari cercare di creare un carattere che fosse simile a quello della persona che conosco. Mischiare la realtà con la fantasia.

Nel libro ci sono anche elementi di suspense e misteri irrisolti. Come si bilanciano questi con l’umorismo e la comicità presenti nei racconti?

Questa, secondo me, credo sia la cosa più interessante. Faccio un esempio, c’è un racconto sugli alieni che arrivano a Mugugno: è una storia carina, simpatica, che si chiude in simpatia, però intanto c’è questa suspense. Oppure ce n’è un’altra che riguarda un misterioso animale che si materializza prima di Natale e sembra essere una renna e tutti ipotizzano sia la renna di Babbo Natale, nei paesi succedono spesso delle storie curiose che poi spesso sono alimentate dalla fantasia e finiscono sempre in ridere. Ho cercato di fare proprio questo per renderlo vivo e per far sì che la memoria di molti che hanno frequentato paesi dell’entroterra si ridesti. 

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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