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Teatro della Tosse, torna “Il Fenomeno Laplante – Lo strano caso del Capo Indiano Fascista” per il centenario dell’omicidio Matteotti
GENOVA – Mercoledì 2 ottobre riparte la programmazione di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse con “Il Fenomeno Laplante – Lo strano caso del Capo Indiano Fascista”. In occasione del centenario dell’omicidio Matteotti torna in scena lo spettacolo dal testo di Maurizio Patella che racconta in un cabaret comico l’Italia del ventennio tra le contraddizioni del nazionalismo da operetta. Regia di Emanuele Conte con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi.
Siamo nella tarda primavera 1924 e l’Italia vive nell’attesa del ritrovamento di Giacomo Matteotti, il deputato socialista rapito a Roma mentre si recava alla Biblioteca della Camera.
In un rimbalzo di accuse e scandali, che vedono coinvolte le piu’ alte gerarchie fasciste, il paese sta sprofondando ora nell’anarchia.
Ed ecco che giunge inaspettata la visita di un importantissimo capo tribu’ dei nativi americani: Cervo Bianco (White Elk) della Nazione Irochese, venuto in Europa per portare le rivendicazioni del suo popolo presso la Società delle Nazioni. Ma chi e’ Cervo Bianco? Di lui non si sa quasi niente. Solo che e’ un personaggio bizzarro, carismatico, pirotecnico. E con uno splendido copricapo di piume.
Nella sua trionfale turne’ lungo lo stivale viene acclamato dalle folle, adorato dalle donne, accolto come il Salvatore della Patria. A quanto pare vuole stabilire una sacra alleanza tra il suo popolo e quello italiano. Vuole vestire i suoi nativi americani in camicia nera!
L’illustrazione del manifesto è di Maria Saccomanno allieva del secondo anno della Scuola Internazionale di Comics.
Lo spettacolo sarà poi in scena a Milano al Teatro Fontana dal 17 al 20 ottobre.
NOTA DELL’AUTORE
“Circa tre anni fa mi capitò tra le mani il libro “Marcia su Roma e dintorni” di Emilio Lussu.
L’autore – socialista, pluridecorato della Grande Guerra, deputato – raccontava i giorni che portarono il fascismo al potere. In particolare, ciò che accadde nella “sua” Sardegna.
Quasi a smorzare la tragicità del momento, Lussu accennava a margine dello sbarco di un grande quanto bizzarro capo pellerossa, Cervo Bianco, al porto di Cagliari. Il bagno di folla, l’accoglienza in pompa magna, gli entusiasmi. A quanto pareva Cervo Bianco voleva stipulare una sacra alleanza tra italiani e pellerossa. Negli stessi mesi dell’ascesa di Mussolini appariva così sulla scena un altro “uomo forte”.
L’Italia – si sa – è sempre stato il paese delle discese in campo, dei predellini, dei filantropi che ci riporteranno ai fasti di un tempo. Storicamente abbiamo sempre avuto una certa predilezione per chi sa farci balenare la possibilità di un avvenire glorioso e a portata di mano.
Siamo per i trionfi facili, noi, per il tutto e subito. Siamo per i sogni di potenza a buon mercato.
L’adagio, lo conosciamo: chi sbraita piu’ forte, chi batte il pugno sul tavolo e mostra gli “attributi” viene additato come “Uomo della Provvidenza”, salvatore della patria, genio politico, santo. Quasi fosse un padre amorevole che, prendendosi cura delle sofferenze dei suoi poveri figli italiani, ci solleverà dalla polvere per restituirci la dignità di popolo eletto.
Ma qual è il limite oltre il quale quel futuro radioso – urlato da un balcone – diventa non più credibile? Qual è il limite dell’assurdo, del ridicolo? In altre parole a quanto siamo disposti a credere? E oggi?
“Il fenomeno Laplante” – è vero – si concentra su di un preciso momento storico. L’Italia del delitto Matteotti. Della lotta tra rossi e neri. Del baratro che portera’ il fascismo a mostrare il suo volto feroce. Il regime, il ventennio.
Ma c’è in quel preciso momento qualcosa di noi contemporanei. Anche se nessun libro di scuola ne parla e ne parlerà mai, infatti, esiste ancora la cosidetta “pancia del paese”. Quella massa umorale, acritica, suggestionabile sempre pronta ad adorare e deificare e che al primo cedimento sbrana e getta via. Esiste ancora, ed è numericamente la maggioranza.
Allora la “pancia” discuteva su quale sorte avesse avuto il cadavere di Matteotti senza domandarsi cosa significasse il suo delitto. Allora rimase abbagliata al cospetto di figure carismatiche, poco importava fossero Mussolini, D’Annunzio o un improbabile capo pellerossa.
Allora la “pancia del paese” era per la fascinazione, per il colpo di teatro, per la frase a effetto. Per il grande mattatore che ammaestra la folla. Cio’ che contava, e stupisce, fu l’amore incondizionato che tributò alla narrazioni fantastiche e – si potrebbe dire – al teatro a tutto tondo senza chiedersi quale fosse il limite oltre al quale non si poteva, non si doveva credere, e che scivolò – con esiti drammatici – dalla finzione alla vita vera.
“Il fenomeno Laplante” è, quindi, la storia di un sogno di massa durato qualche mese. Del ritrovamento di un cadavere. Di un brusco risveglio.
Una storia che pochi conoscono e che forse parla ancora di noi.
La storia – si dice – si ripete. È così?”
Maurizio Patella
NOTA DEL REGISTA
“Come affrontare un testo che è in realtà un flusso ironico ed amaro che diventa caricatura di un intero Paese?
Povera Italia, quella ritratta nel testo di Maurizio Patella. Povera in tutti i sensi.
Un Paese in condizioni miserabili e una gran voglia di rivalsa, dopo le infelici risultanze della prima guerra mondiale.
Un’Italia che cerca di costruirsi un’identità nazionale e una dignità, ma lo fa gettandosi fra le braccia del fascismo, invenzione tutta italiana che presto conquisterà, sempre con esiti tragici (ricordiamocelo!), buona parte dell’Europa e del Sud America.
Un tema delicato da affrontare a teatro, ma doveroso, in un momento in cui un po’ dappertutto fanno capolino nuovi nazionalismi – che assomigliano molto a campanilismi di provincia – mentre alle porte dell’Europa torna la guerra.
Siamo tra quelli che credono che chi lavora nell’ambito dell’arte e della cultura abbia la responsabilità di usare il proprio mestiere per offrire altri sguardi e strumenti di decodifica del presente, stimolando il pensiero e, se possibile, il confronto.
Questo testo ce ne dà la possibilità e noi, per metterlo in scena, abbiamo sfruttato l’ironia, l’immagine, lo sberleffo, ricordandoci sempre che il teatro è un gioco serio e, come tale, può permettersi di parlare di tutto a tutti.
Così è nato il Fenomeno Laplante, un cabaret futurista elettronico, in cui tre attori straordinari danno vita ad oltre cinquanta personaggi, i quali, danzando e ballando, ci raccontano pagine importanti della nostra storia.
Come a confermare che in Italia tutto è possibile tranne la serietà, la vicenda dell’insabbiamento dell’omicidio di Stato di Giacomo Matteotti, viene ridotto, dalla goffaggine delle azioni di depistaggio, ad una tragica farsa, e alla fine rischia di sembrare più credibile e dignitosa la storia di un falso capo indiano d’America che diventa eroe nazionale”.
Emanuele Conte
IL FENOMENO LAPLANTE – Lo strano caso del capo indiano fascista
Testo Maurizio Patella
Regia Emanuele Conte
Con Luca Mammoli, Graziano Sirressi e Enrico Pittaluga
Scena Emanuele Conte e Luigi Ferrando
Costumi Daniéle Sulewic
Luci Matteo Selis
Musiche FiloQ
Coreografie Giovanni Di Cicco
Assistente alla regia Alessio Aronne
Collaborazione artistica Luigi Ferrando
Attrezzeria ed elementi scenici Renza Tarantino
Assistente ai costumi Daniela De Blasio
Sarta Rocìo Orihuela Perea, Stagista sartoria Filippo Izzo
Assistente alle coreografie Emanuela Bonora
Direttore tecnico Roberto D’Aversa
Illustrazione Maria Saccomanno – Scuola Internazionale di Comics
Foto di scena Donato Aquaro
INFO E BIGLIETTERIA
IL FENOMENO LAPLANTE
Biglietti euro 18
Under 28 alla prima euro 10
Bambini fino a 14 anni 10 euro
Riduzioni per studenti universitari , scuole superiori e gruppi di almeno 15 persone scrivendo a: promozione@teatrodellatosse.it
ORARIO BIGLIETTERIE
BIGLIETTERIA TEATRO DELLA TOSSE – PIAZZA R. NEGRI
La biglietteria sarà aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00.
Lunedì e festivi, solo in caso di spettacolo, dalle ore 15.00. Domenica, in caso di spettacolo biglietteria aperta dalle ore 15.00.
BIGLIETTERIA TEATRO DEL PONENTE – PIAZZA ODICINI 9
La biglietteria sarà aperta mar merc e gio dalle 14 alle 17, nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
I biglietti per gli spettacoli in programma al teatro del Ponente sono prenotabili e acquistabili alla biglietteria del teatro della Tosse negli orari di apertura.
Tutti i biglietti sono sempre acquistabili online su www.teatrodellatosse.it.e su www.happyticket.it.
promozione@teatrodellatosse.it
tel botteghino 0102470793
tel uffici 0102487011
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