“NOMEA”: il nuovo album di Giorgia d’Artizio in uscita il 12 settembre. Presentazione al Teatro del Chiostro di S.Andrea

Di il 11 Settembre 2024

GENOVA – NOMEA, terzo lavoro in studio di Giorgia D’Artizio e “La Collettiva”, uscirà il 12 settembre per l’etichetta Lilith Label e sarà disponibile da tale data su tutte le principali piattaforme digitali e in formato CD. Verrà presentato venerdì 13 settembre al Teatro del Chiostro di S.Andrea, a conclusione di una speciale serata itinerante a cura di Lilith Associazione Culturale, Solidarietà e Lavoro e Sestiere del Molo, all’interno del programma di MURA Festival 2024.

Si partirà alle 19 da via San Donato con la fanfara itinerante del Trio Balcan Jazz che approderà al Teatro del Chiostro intorno alle 20 per confluire nello spettacolo di brani originali e classici giamaicani di Freddy Frenzy King of the Ska e La Collettiva e culminare intorno alle 21 nella presentazione di NOMEA, con un ensemble che vede Giorgia D’Artizio alla voce, Freddy Frenzy alla chitarra e alla voce, Rosa Mussin alla voce, Camilla Collet alla batteria, Max Ravanello alla tuba e al trombone e Clarissa Durizzotto al sax contralto e al clarinetto. L’ingresso è libero.

Registrato all’East Recording Studio di Gorizia da Francesco Blasig e al Greenfog Studio di Genova da Mattia Cominotto, mixato e masterizzato da Mattia Cominotto, NOMEA della cantautrice Giorgia D’Artizio, cresciuta a Busalla ma dal 2018 residente buona parte dell’anno nel Veneto orientale, segna inedite liaisons tra canzone d’autore, anzi d’autrice, e ritmi in levare, tra cori femminili che si rifanno alle tradizioni popolari friulane e godibili follie avant-garde jazz, senza dimenticare l’humus alt-indie dei primi lavori di Giorgia. Un’insolita orchestra musica di folklore e fiabesco testi e melodie della cantastorie ligure, capace di raccontare realtà e sogno con piglio e assieme con leggerezza, con un atteggiamento sempre pregno della genuina volontà di opporsi alle logiche imperanti dell’individualismo di questi tempi: “NOMEA è una suite musicale tra jazz, folk e indie scritta a più mani che racconta il disagio del vivere in un pianeta ancora troppo lontano dalla nostra comprensione. È stata portata avanti da un collettivo di artisti con l’obiettivo di mantenere vivo uno spazio creativo dove ognuno possa partecipare con la propria parte migliore e dove i progetti possano prendere forma attraverso lo scambio e la condivisione.”

 “La Collettiva”, nome del gruppo che ha vestito anzi nutrito musicalmente le liriche di Giorgia, vede nelle sue fila nomi importanti della scena friulana: tra loro,il polistrumentista Max Ravanello si è occupato degli arrangiamenti strumentali; Laura Giavon, cantante di grande talento che ha collaborato con Giovanna Marini e ha all’attivo i progetti originali Rivocs e Anutis, ha curato gli arrangiamenti dei cori; Alfredo Pittoni aka Freddy Frenzy, cantante della gloriosa North East Ska Jazz Orchestra, ha disegnato la copertina e le vivaci illustrazioni del booklet. Gli altri musicisti che hanno preso parte al progetto sono Caterina De Biaggio, voce; Daisy De Benedetti, voce; Marco D’Orlando, batteria e percussioni; Mirko Cisillino, tromba, trombone, fisarmonica; Clarissa Durizzotto, clarinetto e sax contralto.

Ad anticipare “NOMEA” è uscito in questi giorni il videoclip di “Insolita Allegria”, ideato dalla stessa Giorgia D’Artizio: dal bianco e nero ai colori, in un gioco di specchi che potrebbe essere senza fine e che invece ha il fine di liberarsi delle catene, “Insolita Allegria parla del distacco dal proprio nome, mette in dubbio la nostra identità come unica e definita. Una sbarazzina sbadataggine è ironicamente narrata come salvifica dal peso di doversi per forza definire in qualche modo. Abbiamo simulato un live in formazione ridotta senza seguire trama o storyboard, decidendo con il videomaker Alessandro Petrussa aka Prugna di focalizzarci sui particolari delle persone e sulla varietà degli strumenti per conferire un certo calore alle immagini. Ho scelto di contrapporre il bianco e nero ai colori ispirandomi al film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, il colore arriva quando la musica si energizza e per dare un’idea di alternanza tra sogno e realtà”.

CS.

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