Il regista Riccardo Milani il 12 aprile sarà al cinema Sivori per presentare “Un mondo a parte”

Di il 9 Aprile 2024

GENOVA – Il regista Riccardo Milani venerdì 12 aprile alle ore 15.30 saluta il pubblico del cinema Sivori (salita S. Caterina 54r. tel, 010 5532054), prima della proiezione del suo nuovo film, “Un mondo a parte”, che si aggiunge agli altri successi della sua carriera, da “Come un gatto in tangenziale” a “Benvenuto presidente!”, “Scusate se esisto!”, “Grazie ragazzi”, fino all’ispirato e apprezzato documentario “Io, noi e Gaber”. Sempre venerdì 12 al Sivori, ma la mattina alle 10, il regista incontra gli studenti delle scuole genovesi, un appuntamento curato da Circuito Cinema Scuole.

“Un mondo a parte” racconta la storia del maestro elementare Michele Cortese (Antonio Albanese), per cui sembra aprirsi una nuova vita. Dopo 40 anni di insegnamento nella giungla romana, riesce a farsi assegnare all’Istituto Cesidio Gentile detto Jurico: una scuola composta da un’unica pluriclasse, con bambini dai 7 ai 10 anni, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Grazie all’aiuto della vicepreside Agnese (Virginia Raffaele) e dei bambini, supera la sua inadeguatezza metropolitana e diventa uno di loro. Quando tutto sembra andare per il meglio però, arriva la notizia che la scuola, per mancanza di iscrizioni, a giugno chiuderà. Inizia così una corsa contro il tempo per evitarlo in qualsiasi modo. Il film è una commedia che, com’è nello stile di Milani, parte dall’osservazione della realtà per offrire un’istantanea su un problema reale, trattato con leggerezza e in questo caso anche sullo sfondo del panorama eccezionale dei monti abruzzesi. «Il nostro – ha dichiarato Milani in un’intervista – è un Paese che non ti dà mai la certezza di essere in un posto dove è possibile l’alternanza, l’educazione, il senso civico. “Un mondo a parte” nasce da un percorso di 45 anni. Ho visto questi paesi svuotarsi, le scuole chiudere, i bambini costretti a fare 80-100 chilometri al giorno, svegliarsi presto, prendere la corriera e tornare tardi la sera, è un modo di fare scuola che richiede tanti sacrifici, che tanti altri ragazzi non fanno. Mi auguro che permetta di capire con che tipo di difficoltà ci si misura in certi posti. È anche una lezione di comportamento: attenzione a non lamentarsi, quando altrove ci sono queste realtà. Che poi sono la maggior parte, perché la provincia è il cuore della società italiana e può offrire soluzioni. Il mondo reale è questo. Il film nasce dall’osservazione della realtà e fa un discorso che attraversa l’Italia intera. Parla dell’importanza del senso di comunità e anche del lavoro dell’insegnante: pur di risolvere un problema si superano le barriere ideologiche, politiche, sociali e generazionali».

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