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A Palazzo Reale e a Palazzo Tursi vanno in scena i “Dialoghi sulla rappresentazione” di Sergio Maifredi
GENOVA – “Cos’è il vuoto?”, se lo chiede Sergio Maifredi, ideatore dei “Dialoghi sulla rappresentazione” che, arrivati alla XVI edizione, sono dedicati a questo tema, e lo domanda a due matematici, un filologo, due musicisti, uno storico dell’arte, un funambolo, un attore e un filosofo. Sono Claudio Bartocci, Piergiorgio Odifreddi, Corrado Bologna, Mario Incudine e Antonio Vasta, Bruno Corà, Andrea Loreni, Paolo Rossi e Sergio Givoni.
Il progetto, prodotto da Teatro Pubblico Ligure con il contributo del Comune di Genova, si svolge dal 19 settembre al 13 ottobre a Genova, in otto appuntamenti divisi fra Palazzo Reale e Palazzo Tursi. «”Lo spazio vuoto” – dichiara Sergio Maifredi – è il titolo del più celebre libro del grande regista inglese Peter Brook. Lo spazio vuoto è una pagina bianca aperta sull’infinito, vista come un baratro o come una possibilità. Lo attraversiamo con lo spirito proprio dei nostri Dialoghi: un unico tema visto da prospettive diverse. Il vuoto secondo la scienza e nelle arti, ma anche lo spazio che appare sotto la corda tesa del funambolo, tra attrazione e paura». Ognuno di noi ha sperimentato l’assenza e sa che senza la casella vuota i numeri dentro il quadrato non si possono rimettere in ordine. Ci abbiamo giocato tutti. Ognuno dei protagonisti degli incontri fornirà la sua soluzione al più grande degli enigmi.
Tutti gli appuntamenti iniziano alle 17.30 e sono a prenotazione obbligatoria al numero 248 2624922. Per i “Dialoghi” a Palazzo Reale, biglietto d’ingresso a 6 euro comprensivo di visita al Museo arrivando almeno un’ora prima dell’inizio, ingresso gratuito per i minori, gli aventi diritto e i titolari della card MNG. A Palazzo Tursi l’ingresso è libero ma la prenotazione rimane obbligatoria.
I primi tre “Dialoghi sulla rappresentazione/Il vuoto” sono ospitati a Palazzo Reale (via Balbi 10) alle 17.30. Il filologo Corrado Bologna, già docente alla Scuola Normale di Pisa, martedì 19 settembre parlerà del vuoto in poesia dal primo trovatore Guglielmo IX d’Aquitania a Fernando Pessoa nell’intervento “Farò una poesia sul puro vuoto”: dal Medioevo a oggi, il vuoto come possibilità, come spazio libero della creazione, del travestimento letterario, dell’invenzione poetica.
Mercoledì 20 settembre, sempre a Palazzo Reale, lo stesso argomento sarà affrontato dal matematico Claudio Bertocci, docente all’Università di Genova, con “Le metamorfosi del vuoto”. Lo zero dei matematici, il vuoto dei fisici, il nulla dei filosofi: tre concetti che attraversano in diagonale e di soppiatto tutta la storia del pensiero, da Oriente a Occidente. Che cosa accomuna queste idee tra loro strettamente intrecciate? Il disorientamento del logos, l’ebbrezza del paradosso, la pregnanza dell’inesistente.
Venerdì 22 settembre, ore 17.30, a Palazzo Reale è la volta della “Sinfonia del silenzio” con i musicisti Mario Incudine e Antonio Vasta. La musica, il vuoto, il silenzio, il suono. Dall’antropologia musicale, alle sonorità popolari, dagli strumenti arcaici fino a Silenzio di John Cage.
I successivi tre appuntamenti del XVI “Dialoghi sulla rappresentazione/Il vuoto” si tengono a Palazzo Tursi (via Garibaldi 9) alle 17,30. Lunedì 25 settembre lo storico dell’arte Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri a Città di Castello, parla del “Vuoto nell’arte”. Partendo dal celebre Salto nel vuoto di Yves Klein, Bruno Corà indaga la necessità dell’arte di intrecciare pieno e vuoto.
Martedì 26 settembre, sempre a Palazzo Tursi alle 17,30, il matematico e scrittore Piergiorgio Odifreddi terrà una lezione divulgativa dal titolo “Ex nihilo omnia”, un excursus dai concetti dell’insieme vuoto all’universo matematico, per dimostrare che dal vuoto nasce tutto: non esisterebbero i numeri senza il concetto di nulla. È singolare, infatti, che nella matematica e nella fisica moderna il vuoto sia considerato come l’origine di tutte le cose, in una sorta di sincretismo con il pensiero antico orientale, in particolare taoista. Postulare l’esistenza dell’insieme vuoto, che non contiene nessun elemento, è oggi sufficiente per costruire passo dopo passo tutti i numeri: una situazione paradossale. La matematica e la fisica moderne hanno dunque ribaltato l’antico motto “ex nihilo nihil” nel suo opposto, “ex nihilo omnia”, dimostrando non soltanto che dal vuoto può nascere qualcosa, ma che dal vuoto nasce tutto.
Giovedì 5 ottobre, ore 17.30, a Palazzo Tursi, sarà il funambolo Andrea Loreni a raccontare cosa significa camminare su una corda “Attraverso il vuoto”, in equilibrio tra morte e rinascita, tra il pericolo di cadere e l’opportunità regalata da una nuova sicurezza di sé. Un racconto fatto da chi il vuoto lo sfida e lo attraversa.
Con gli ultimi due Dialoghi si torna a Palazzo Reale (via Balbi 10), alle 17.30. Mercoledì 11 ottobre Paolo Rossi, popolare mattatore del teatro italiano, condivide un racconto sui vuoti di memoria nell’intervento “Il vuoto in scena”, ricordando episodi e reazioni di cui è stato testimone, da Dario Fo a Giorgio Gaber. Infine venerdì 13 ottobre il filosofo Sergio Givone, docente all’Università di Firenze, ricostruisce la “Storia del nulla” mostrando quale varietà e ricchezza di risposte i filosofi abbiano dato nei secoli alla domanda “Che si può dire e pensare del nulla”? La storia della filosofia, da Parmenide a Heidegger, da Pascal a Leopardi, dai tragici ai mistici.
BIOGRAFIE
SERGIO MAIFREDI
Regista, presidente e direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure, da lui fondato nel 2007. Dirige teatri e festival.
È stato regista residente al Teatr Nowy di Poznan in Polonia dal 2005 al 2014 dove ha diretto “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, “Il raggiratore” di Carlo Goldoni e “Lo sceicco bianco” di Fellini, tradotti in polacco. Nel 2012 è stato insignito dal Ministero degli Esteri della Repubblica di Polonia della medaglia di Benemerito per la diffusione della cultura polacca in Italia. Nel 2009 ha curato la mostra “Polonia 1989-2009 Tutto il Teatro in un manifesto”, a Genova e Roma (https://www.teatropubblicoligure.it/mostre/tearto.html).
Dal 2013 al 2017 è stato membro della giuria del premio cinematografico Grand Off a Varsavia. Ha diretto oltre cinquanta spettacoli in Italia. Consigliere di amministrazione della Fondazione Carlo Felice di Genova dal 2010 al 2014, direttore organizzativo del Teatro Vittoria di Roma dal 2010 al 2016, direttore artistico del Teatro Comunale di Barletta dal 2009 al 2013, vice direttore del Teatro della Tosse Genova dal 1995 al 2007. Membro della Commissione Nazionale Unesco dal 2009 al 2012.
CORRADO BOLOGNA
Corrado Bologna (Torino 1950) è un filologo italiano, interessato a filologia romanza, latino medievale, francese medievale, letteratura italiana, letteratura francese, linguistica storica. Già professore alla Scuola Normale di Pisa. Si è occupato di teratologia medio-latina e romanza, dei primi trovatori provenzali, di Dante, di storia della tradizione manoscritta fra Origini ed età moderna, dell’attività filologica intorno ai testi romanzi nel XVI secolo, del Romanzo di Alessandro, di C. E. Gadda e R. Longhi. Ha collaborato alla Letteratura italiana Einaudi e pubblicato, fra l’altro, un’edizione commentata del Liber monstrorum de diversis generibus (Milano 1977), Tradizione e fortuna dei classici italiani (Torino 1994), Flatus vocis. Antropologia e metafisica della voce (Bologna 1992); La macchina del “Furioso” (Torino 1998); inoltre ha scritto sulle «figure» della Fortuna e degli Alberi della Vita e della Luce. Ha curato volumi di saggi di K. Kerényi, J. Starobinski, G. R. Cardona.
CLAUDIO BARTOCCI
Claudio Bartocci insegna geometria, fisica matematica e storia della matematica presso l’Università di Genova. È autore di numerosi articoli scientifici su riviste internazionali e di due monografie specialistiche. Ha curato l’antologia Racconti matematici (Einaudi 2006) e diretto con Piergiorgio Odifreddi l’opera in quattro volumi La matematica (Einaudi, 2007-2011). I suoi libri più recenti sono Una piramide di problemi (Raffaello Cortina, 2012), Dimostrare l’impossibile (Raffaello Cortina, 2014; finalista Premio Galileo 2015 per la divulgazione scientifica), Numeri (con Luigi Civalleri, Codice 2104; II ed. 2017) e Zerologia (con Piero Martin e Andrea Tagliapietra, il Mulino, 2016).
MARIO INCUDINE
Mario Incudine è uno dei più importanti musicisti che la terra di Sicilia ha espresso negli ultimi anni. Ha scelto la lingua siciliana per i suoi testi come atto d’amore e di fiducia per la propria terra. Ci racconterà Palermo, città complessa e meravigliosa. Andrea Camilleri lo ha voluto accanto a sé come interprete di alcuni suoi spettacoli. Nel 2015 Moni Ovadia lo ha scelto come regista collaboratore e autore delle musiche originali eseguite dal vivo, nella tragedia Le Supplici di Eschilo, andata in scena al Teatro Greco di Siracusa per il ciclo di rappresentazioni classiche all’INDA. Diretto da Sergio Maifredi, porta in scena nei teatri antichi Il Ciclope, una personale rilettura del Ciclope omerico, e scrive due opere originali corali: Un canto mediterraneo e Il canto di Nessuno, spettacoli andati in scena al Teatro antico di Taormina e al Teatro greco-romano di Catania.
ANTONIO VASTA
Antonio Vasta, musicista, compositore, pianista. Culture della fisarmonica, dell’organetto e della zampogna. Formazione classica (diploma in pianoforte e studi di fisarmonica) e ricerca e reinterpretazione della tradizione etnomusicologica siciliana si innestano fin da principio nel mio percorso artistico, sconfinando sovente in territori diversi ma affini quali la world music, il jazz, la musica per orchestra, il teatro, la letteratura, il cinema e l’arte contemporanea. Oltre al sodalizio con Mario Incudine, sono moltissime le collaborazioni artistiche in cui figurano, tra gli altri, Ambrogio Sparagna, Kaballà, Francesco De Gregori e Franco Battiato.
BRUNO CORÀ
Bruno Corà, storico dell’arte, critico e giornalista, è stato docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cassino e di Firenze. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Perugia dal 1979 al 1999. Autore di monografie e numerosi saggi critici sull’arte contemporanea, è stato Direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, di Palazzo Fabroni Arti Visive Contemporanee di Pistoia, del Centro d’arte moderna e contemporanea della Spezia e del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Lugano. Attualmente è Presidente della Fondazione Burri a Città di Castello.
PIERGIORGIO ODIFREDDI
Piergiorgio Odifreddi (1950) ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica, insegnato logica matematica presso l’Università di Torino e la Cornell University (Usa), e collaborato con La Stampa, Repubblica e Le Scienze. Nel 2011 ha vinto il Premio Galileo per la divulgazione scientifica. I suoi libri divulgativi più noti sono Le menzogne di Ulisse (2004) sulla logica, C’è spazio per tutti (2010) sulla geometria, e Il museo dei numeri (2013) sull’aritmetica. È autore di best-seller che hanno diviso i lettori tra ammiratori e detrattori, quali Il Vangelo secondo la Scienza (1999), Il matematico impertinente (2005), Perché non possiamo essere cristiani (2007), Il dizionario della stupidità (2016) e La democrazia non esiste (2018). Ha discusso per nove anni di fede e ragione con Benedetto XVI, pubblicando con il papa emerito Caro papa teologo, caro matematico ateo (2013) e In cammino alla ricerca della verità (2022). I suoi ultimi libri scientifici sono Il Dio della logica (Longanesi, 2018), Il genio delle donne (Rizzoli, 2019), Ritratti dell’infinito (Rizzoli, 2020), Sorella scimmia, fratello verme (Rizzoli, 2021), Pillole matematiche (2022) e Lampi di genio (De Agostini, 2023).
ANDREA LORENI
Nato nel 1975 a Torino, laureato in filosofia teoretica, Andrea Loreni è un funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze. Nel 1997 inizia a fare teatro di strada, mosso dalla necessità di incontrare un tipo di verità altra da quella logica e speculativa proposta del pensiero filosofico occidentale. Dal 2006 si dedica alle camminate su cavo a grandi altezze e grazie al cavo alto ha avuto modo di sperimentare quel tipo di verità. L’intuizione dell’assoluto avuta sui cavi alti lo ha avvicinato alla pratica della meditazione Zen che ha approfondito al monastero Sogen-Ji a Okayama in Giappone, sotto la guida di Shodo Harada Roshi. Insieme a Giulia Schiavone, Andrea sta lavorando per dare vita anche in Italia ad un centro di ricerca sul funambolismo in collaborazione con l’Università Milano Bicocca. È autore di Zen e funambolismo (2019, Funambolo edizioni) e Breve corso di funambolismo per chi cammina col vento. Sette passi per attraversare la vita (2020, Mondadori).
PAOLO ROSSI
Nato nel 1953 a Monfalcone, milanese d’adozione, Paolo Rossi – attore, scrittore, sceneggiatore, musicista- spazia da quarant’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo: ma dovunque ha proposto il suo personale modo di “fare spettacolo” che, pur immergendosi appieno nelle tematiche dell’oggi, non prescinde mai dall’insegnamento dei classici antichi e moderni, da Shakespeare a Moliere a Brecht, alla amatissima Commedia dell’Arte. Paolo Rossi ha avuto l’immenso merito di accostare i pubblici del teatro e dei tendoni rock, e tanti dei suoi monologhi volano infatti come canzoni, con una presa mass-mediologica straordinaria, anche per quella sua incredibile capacità di dar sempre nuova vita e idee ad un teatro non accademico che ha però il coraggio di non tradire le proprie radici storiche. Nel 1996 ha ricevuto il Nastro d’Argento per la Miglior sceneggiatura per il film Camerieri. Moltissime le sue collaborazioni, nel cinema e nel teatro, da Dario Fo a Enzo Jannacci, Gabriele Salvatores, Giampiero Solari, fra gli altri.
SERGIO GIVONE
Sergio Givone (1944) è professore emerito di Estetica nell’Università di Firenze. Ha insegnato nelle Università di Perugia e di Torino. È stato Humboldt-Stoendiat nell’Università di Heidelberg. Fra i suoi libri: Storia del nulla, Roma-Bari, Laterza, 1995; Metafisica della peste, Torino, Einaudi, 2012, Luce d’addio. Dialoghi dell’amore ferito, Firenze, Olschki, 2016, Sull’infinito, Bologna, Il Mulino, 2018, Fra terra e cielo. La vera storia della cupola di Brunelleschi, Milano, Solferino, 2021. Ritorno alle origini. I presocratici, Bologna, il Mulino, 2022. Presso Einaudi sono usciti tre romanzi, Favola delle cose ultime, 1998, Nel nome di un dio barbaro, 2002 e Non c’è più tempo, 2008.
Ulteriori informazioni su:
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