Al cinema Sivori di Genova la rassegna “Almodovar. La forma del desiderio”: 5 film di Pedro Almodovar dal 4 luglio all’1 agosto

Di il 3 Luglio 2023

GENOVA – Al cinema Sivori in arrivo la rassegna “Almodóvar. La forma del desiderio”da martedì 4 luglio a martedì 1° agosto 2023 cinque film di culto in versione restaurata per riscoprire la dirompente attualità e la libertà espressiva del cinema di Pedro Almodóvar degli anni ’80. Da rivedere o da scoprire. Si comincia martedì 4 luglio con “L’indiscreto fascino del peccato” del 1983 (vietato ai minori di 14 anni), per proseguire martedì 11 luglio con “Che ho fatto io per meritare questo?” del 1984, martedì 18 luglio con “La legge del desiderio” del 1987 (vietato ai minori di 18 anni), martedì 25 luglio “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” del 1988 e chiudere martedì 1° agosto con “Tacchi a spillo” del 1991. Tutti scritti e diretti da Pedro Almodóvar. Ogni martedì le proiezioni saranno tre: alle ore 16, 18.45 e 21,15. Il prezzo del biglietto è 3.50 euro. Il cinema Sivori è in salita S. Caterina 54 r a Genova. (Tel. 010/5532054)

Divertenti, grotteschi, melodrammatici, scorretti, passionali, graffianti e sinceri, tutti i personaggi del mondo di Almodóvar sono mossi dal desiderio, che sia per amore, per vendetta, per riscatto o per puro piacere. Carmen Maura, Antonio Banderas, Miguel Bosè, Marisa Paredes, Victoria Abril, Rossy de Palma sono solo alcuni dei grandi interpreti che hanno dato volto e forma al desiderio di ognuno dei personaggi scritti e diretti da Almodóvar. Liberi da ogni schema, liberi di essere sé stessi al di là di ogni costrizione o preconcetto: donne, uomini, travestiti, madri e figli, figlie e padri, omossessuali, cantanti, tossicodipendenti, suore, registi, scrittori, transessuali, doppiatori, attori, amanti, traditori, traditi…

Negli anni ’80 Almodóvar conquista la scena internazionale film dopo film con la forza di un ciclone: il suo cinema estroso e coloratissimo rappresenta la reazione ai rigidi schemi sociali e morali ereditati dal franchismo; riesce ad essere dissacrante attraverso una miscela unica di realismo e fantasia che rivoluziona il linguaggio cinematografico di quegli anni, introducendo temi considerati scabrosi e trasformando donne, poveri ed emarginati in eroi ed eroine di un mondo nuovo, sgangherato e kitsch ma pieno di energia e politicamente molto, molto scorretto. Esattamente 40 anni fa “L’indiscreto fascino del peccato” suscita grande scalpore e accende il dibattito alla Mostra del cinema di Venezia del 1983; con la commedia noir “Che ho fatto io per meritare questo?” il giovane Almodóvar va alla ricerca di quello che si cela dietro la facciata di una tranquilla famiglia spagnola; indimenticabile melodramma dei sentimenti, “La legge del desiderio”, con un giovanissimo Antonio Banderas, vince il Teddy Bear al Festival di Berlino nel 1987 e rivela per la prima volta il regista spagnolo a un pubblico italiano sbalordito e pronto a lanciarne il culto; Almodóvar torna a Venezia con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” nel 1988, la commedia degli equivoci che con oltre 50 premi, una nomination agli Oscar® e record al Box Office di più paesi, consacra a livello internazionale il talento del regista spagnolo; con il giallo sentimentale e famigliare “Tacchi a spillo” (1991), il cinema di Almodóvar continua a graffiare, riprendendo le tematiche e l’estetica degli anni ’80 e aprendosi allo stesso tempo verso una nuova fase creativa.

Questi film rappresentano una cinquina perfetta per leggerezza, spavalderia, audacia e capacità corrosiva.

Tutta l’attività di Circuito è sostenuta dai main sponsor: BPER: Banca, che promuove la cultura e le imprese liguri, in una sfida che unisce tradizione e innovazione; City Green Light, vero e proprio motore di un cambiamento più sostenibile e green per tutti; Fondazione Cappellino-Almo Nature che attraverso la partnership con Circuito Cinema e Circuito Cinema Scuole, attente all’educazione civica e ambientale, vuole contribuire a diffondere l’importanza delle scelte quotidiane dell’individuo in relazione alla tutela degli habitat e far sapere che un modello economico a impatto positivo sulla biodiversità è possibile (e in Fondazione Capellino – Almo Nature già esiste).

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C. S.

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