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A IVANO FOSSATI LA LAUREA HONORIS CAUSA IN LETTERATURE MODERNE: «I CANTAUTORI SONO NARRATORI DA TRE MINUTI»

Ieri lunedì 27 marzo 2023, il cantautore, polistrumentista e discografico è stato proclamato dottore dai membri del Diraas dell’Università di Genova. Il professor Mellace: «Ha sempre creduto nei giovani e nel potere della musica»
Di Elisa Morando
GENOVA – «Nelle canzoni, come nella poesia, bisogna scrivere pochissimo e lasciare immaginare molto, non c’è tempo e spazio per dire tutto» spiega Ivano Fossati, ieri proclamato Dottore magistrale in Letterature Moderne. La sua carriera artistica e il suo impegno civile lo hanno portato davanti alla commissione del Diraas, presieduta dal Magnifico Rettore Federico Delfino e dal preside della Scuola di Scienze Umanistiche Raffaele Mellace, la quale gli ha conferito la Laurea Honoris Causa, presso l’aula San Salvatore dell’Università di Genova.
Fossati negli ultimi anni ha dimostrato di essere non soltanto un cantante e un polistrumentista, ma anche un impegnato nella trasmissione del proprio sapere. E lo dimostra l’entusiasmo e la passione con cui ha dato vita al laboratorio didattico all’Università di Genova, svolto dal 2016 al 2018, dal titolo “Linguaggi, figure professionali e meccanismi produttivi della canzone”. Uno dei suoi obiettivi all’interno del corso era trasmettere che cosa intorno alla canzone ruota, quali siano i mestieri che con la musica hanno a che fare e quali i passaggi della produzione discografica.

«Oggi siamo circondati da una sovrapproduzione di musica, o da qualcosa che vuole assomigliarle. A volte è troppo. Non possiamo neanche immaginare la fascinazione che avvolgeva un’aria ascoltata al fonografo. Ma non sono nostalgico, anzi – racconta Ivano Fossati durante la sua Lectio Magistralis, con toga e papiro tra le mani – È stato negli anni Trenta che è nato il primo accordo tra artisti e musica, che ha segnato il sacrificio dell’ispirazione in cambio di notorietà e ricchezza. Una sorta di patto con il diavolo».
Fossati definisce i cantautori dei “narratori da tre minuti” e ne sottolinea il dono di sintesi, la capacità di saper comunicare ed emozionare all’istante. «Tra gli anni Cinquanta e Sessanta è avvenuto l’incontro-scontro di tre fenomeni diversi: la nascita del disco a 45 giri, la riverberazione massiccia del blues e la nascita di una nuova generazione di autori autodidatti, che non avevano mai varcato la porta di un conservatorio. Il blues, portato in Italia da artisti inglesi come Eric Clapton e Alexis Korner, è un ottimo esempio di sintesi, di vittoria contro il tempo». Il cantante racconta i suoi grandi ispiratori: in primis Cesare Pavese, con i suoi «scenari descritti con il grandangolo», e poi lo scrittore George Simenon, che «non aveva tempo per aggettivi», con brevi tratti di penna ha dato la possibilità ai lettori di immaginare, di costruire. Fossati spiega che con la musica è la stessa cosa. Bisogna scrivere pochissimo e lasciare immaginare molto. Tenendo sempre conto che la musica è un nastro trasportatore e non aspetta nessuno.
Il neo Dottore riflette poi sulla capacità dei rapper contemporanei di mettere in fila le parole e di dare peso a ogni sillaba, e si domanda: «Chissà cosa penserebbero messi i futuristi davanti al rap. Magari ascoltando un testo rap Marinetti si sentirebbe finalmente appagato?».

Il preside Raffaele Mellace decide di elogiare il valore artistico di Fossati con un acrostico del suo nome, sintetizzando in sette parole e sette idee la mente dell’artista. F come Flatus (“fiato”), O come Orchestra, S come Sottovoce, A come Altri registri, T come Teatro e I come Idee. Con questi concetti riassume la poliedricità di Fossati, che con la sua musica ha abbracciato jazz, rock, musica orchestrale, blues e raggae; che tra i suoi strumenti ha collezionato chitarra, flauto traverso, clarinetto, pianoforte e organetto; che con il suo allontanamento dalla televisione e dalla scena pubblica, ha dimostrato «una serenità controcorrente, con cui ha potuto osservare e dimostrare una volta in più che le canzoni si scrivono, prima che con il proprio talento, con le proprie parole».

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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